Abu Bakr ibn Yahya al-Suli

Abū Bakr Muḥammad ibn Yaḥyā ibn ʿAbd Allāh al-Ṣūlī (in arabo أبو بكر محمد بن يحيى بن عبد الله الصولي?; Gorgan, 880Bassora, 946) è stato un poeta, storico e giocatore di shatranj arabo.

Nativo del Gorgan (attuale Turkmenistan), fu nadīm (in arabo ﻧﺪﻳﻢ?, ossia "commensale, compagno di convivio") di tre consecutivi califfi abbasidi (al-Rāḍī, al-Muttaqī e al-Muqtadir), era apprezzato per la sua arte poetica ma anche come storico, avendo redatto una cronaca intitolata Akhbār al-Rāḍī wa l-Muttaqī, in cui descriveva il regno dei califfi al-Rāḍī e al-Muttaqī. È stato il più grande giocatore di shatranj (gioco progenitore degli scacchi) della sua epoca, autore dei principali testi in materia ai suoi tempi e di alcuni manṣūbāt che hanno mantenuto il loro spiccato interesse nel tempo; è uno dei primi giocatori dei quali si ricordi il nome e nella cultura arabo-islamica è considerato ancora ai nostri giorni un giocatore quasi leggendario.[1][2][3][4]

Alla morte di al-Rāḍī nel 940, al-Ṣūlī dovette fuggire, essendo caduto in disgrazia col nuovo califfo, anche per colpa di un suo libello politico assai critico e per le sue simpatie chiaramente sciite. Si recò quindi in esilio a Bassora, dove trascorse il resto della vita in povertà.[5] Il bisnonno di al-Ṣūlī era il principe turco Sul-takin e suo zio era il poeta Ibrāhīm b. al-ʿAbbās al-Ṣūlī.

  1. ^ Nicolas Giffard e Alain Biénabe, Le Nouveau Guide des échecs. Traité complet, Parigi, Robert Laffont, 2009, p. 790, ISBN 978-2-221-11013-3.
  2. ^ François Le Lionnais e Ernst Maget, Dictionnaire des échecs, PUF, 1967, p. 13.
  3. ^ Marc Gatine (a cura di), Larousse des échecs, Parigi, Éditions Larousse, 1997, p. 15, ISBN 978-2-03-518207-4.
  4. ^ Harry Golombek (a cura di), The Penguin Encyclopaedia of Chess, Penguin, 1981, p. 23.
  5. ^ Hooper & Wild, p. 402.

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