Acquedotto di Cortaccione | |
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Ponte delle Torri. Ben visibile il canale di scorrimento della condotta libera in cima al muraglione | |
Civiltà | Romana |
Utilizzo | acquedotto |
Epoca | Età repubblicana Età augustea |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Spoleto, località Arézzola |
Altitudine | 462 m s.l.m. |
Scavi | |
Data scoperta | 1823 |
Date scavi | 1823 e 1893 |
Archeologo | nel 1893 Giuseppe Sordini |
Amministrazione | |
Ente | Consorzio della bonificazione umbra. (Pagina ufficiale). |
Mappa di localizzazione | |
L'acquedotto di Cortaccione è stata la prima opera di ingegneria idraulica che ha condottato acqua potabile a Spoleto, partendo da opere di bonifica e di captazione di origine romana, ad oriente della città[1].
Le prime sorgenti captate furono quelle del Fosso di Cortaccione e successivamente del Fosso di Vallecchia, vicino Patrico; più tardi vennero allacciate anche quelle del Fosso di Valcieca e di Giunchete. Le acque incanalate attraversavano la valle del torrente Tessino e arrivavano in città percorrendo un ponte appositamente eretto, sostituito nel medioevo dal Ponte delle Torri[2].
Il sistema fra 1891 e il 1893 subì alcune variazioni nel tracciato e importanti modifiche strutturali, passando da una vecchia canaletta a pelo libero ad una condotta in pressione.
È rimasto il sistema idrico principale del territorio fino alla costruzione del nuovo acquedotto dell'Argentina, agli inizi degli anni settanta.