«Lei non può starci, nella società; la vicinanza dei simili la rende inquieto, la esaspera, cava il peggio dal suo animo. Da un lato un consumo di beni enorme; dall'altro, un'avarizia incredibile. Consuma e sperpera, come attendesse un'altra vita, o altre possibilità di vita.»
Angelo Fiore (Palermo, 1908 – Palermo, dicembre 1986) è stato uno scrittore italiano.
Lavorò come impiegato statale a Palermo. Dopo il 1943, prestò servizio come interprete per l'Esercito Americano in Sicilia e di seguito come insegnante di inglese negli istituti tecnici. Esordì nel 1963 con una raccolta di racconti dal titolo Un caso di coscienza per Lerici, tenuta a battesimo da Romano Bilenchi e Mario Luzi. Con Vallecchi uscirono, poi, i romanzi Il supplente (1964), Il lavoratore (1967, per il quale si aggiudicò uno dei due premi Selezione Marzotto), L'incarico (1970) e Domanda di prestito (1976). Il suo ultimo romanzo, L'erede del Beato, fu pubblicato da Rusconi nel 1981 con una nota critica di Geno Pampaloni.
Poco prima della morte, avvenuta nel 1986 all'età di 78 anni[1], gli venne attribuito a Palermo il Premio Internazionale Mediterraneo.
Benché appoggiato e stimato da eminenti studiosi e critici, non riuscì a farsi notare dal grande pubblico, anche per il suo stile complesso e per il proprio carattere schivo e poco accomodante.