Antonio Miani

Antonio Giuseppe Miani
NascitaMilano, 31 luglio 1864
MorteDomaso, 8 agosto 1933
Luogo di sepolturaCimitero di Domaso
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea
Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania
GradoGenerale di brigata
GuerreGuerra d'Eritrea
Guerra d'Abissinia
Guerra mahdista
Prima guerra mondiale
CampagneCampagna di Libia (1913-1921)
Fronte italiano (1915-1918)
BattaglieSeconda battaglia di Agordat
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da La disfatta di Gasr bu Hàdi[1]
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Antonio Giuseppe Miani (Milano, 31 luglio 1864Domaso, 8 agosto 1933) è stato un generale italiano, che come ufficiale prestò servizio in ambito coloniale, combattendo in Eritrea durante la guerra d'Eritrea e la guerra d'Abissinia, venendo decorato di tre Medaglie d'argento al valor militare.

Rientrato in Patria svolse compiti di guarnigione fino al 1913, quando fu mandato in Libia per organizzare la conquista della regione del Fezzan, che portò a termine entro il marzo 1914, venendo insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Tale occupazione non durò molto, in quanto nel mese di novembre scoppiò una grande ribellione che costrinse le truppe italiane ad abbandonare rapidamente il Fezzan. Rimandato in Libia nel 1915 con il compito di eseguire un'operazione di polizia coloniale nella Sirtica, la sua colonna venne pesantemente sconfitta nella Battaglia di Gasr Bu Hàdi (29 aprile), con ingenti perdite di uomini e materiali. Divenuto capro espiatorio della sconfitta, fu rimandato in Patria, venendo tenuto in disparte fino alla sua messa a riposo d'autorità, avvenuta il 16 giugno 1916. Richiamato brevemente in servizio nel corso del 1917, assumendo l'incarico di comandante del settore della Vallarsa, fu esonerato poco tempo dopo dal generale Luigi Cadorna, non ricoprendo più alcun incarico militare.

  1. ^ Angelo Del Boca, La disfatta di Gasr bu Hàdi, A. Mondadori Editore, Milano, 2014.

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