Appio Claudio Cieco

Appio Claudio Cieco
Dittatore della Repubblica romana
Appio Claudio Cieco accompagnato dai senatori nella Curia, simbolo del potere di Roma nell'epoca repubblicana
Nome originaleAppius Claudius Caecus
Nascita350 a.C.
Morte271 a.C.
GensClaudia
Consolato307 a.C., 296 a.C.
Proconsolato295 a.C.
Censura312 a.C.
Dittatura292 a.C., 285 a.C.

Appio Claudio Cieco (in latino Appius Claudius Caecus; 350 a.C.271 a.C.) è stato un politico, letterato e militare romano, nato di nobili origini in quanto membro dell'antica gens Claudia.

Secondo la leggenda, la sua cecità, da cui gli derivò il cognomen "Caecus", "Cieco",[1] fu dovuta all'ira degli dèi per la sua idea di unificare il pantheon greco-romano con quello celtico e quello germanico.[2]

  1. ^ Il cognomen era uno dei tria nomina che componevano i nomi di persona nella Roma antica: il praenomen, cioè quello che oggi chiamiamo primo nome ("Appio"); il nomen, o gentilizio, che identificava la famiglia (gens) di appartenenza ("Claudio"); e infine il cognomen, che non era obbligatorio, ma veniva attribuito alle persone in seguito ad atti significativi compiuti vita, nel qual caso venivano detti cognomina ex virtute: per esempio, Gneo Marcio venne detto Coriolano per le sue gesta nella guerra contro Corioli; ovvero, Publio Cornelio Scipione fu detto Africanus perché sconfisse i cartaginesi in Africa. I cognomina potevano essere attribuiti in base a determinate caratteristiche di una persona, e Appio Claudio ottenne il proprio, appunto, dalla sua cecità.
  2. ^ Romano Impero: APPIO CLAUDIO CIECO.

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