L'architettura futurista è la denominazione di una forma di architettura della prima metà del Novecento teorizzata in Italia, caratterizzata da forte innovazione tecnica e formale, anti-storicismo, esasperato cromatismo, utilizzo di linee dinamiche, volta nel suo insieme a suggerire un'idea di velocità, movimento, urgenza e lirismo.
Essa rappresentava uno dei principali settori di interesse del Futurismo, il movimento artistico fondato dal poeta Filippo Tommaso Marinetti, firmatario del Manifesto Futurista nel 1909 che coinvolse poeti, musicisti ed artisti (come Boccioni, Balla, Depero e Prampolini) ma anche architetti. Tra i temi dei futuristi vi erano il culto dell'età delle macchine e la glorificazione della guerra e della violenza intesi come impulso vitalistico al rinnovamento.[1]
Antonio Sant'Elia è stato l'architetto che meglio ha rappresentato la visione futurista in una forma urbana.[2]