L'area delle arti visive (o arti visuali) raggruppa qualunque forma artistica che abbia come fulcro l'aspetto visivo dell'opera. Altre arti, quali il teatro, la musica o l'opera, costituiscono invece categorie a sé stanti di tipo figurativo, pur con confini non sempre ben definiti: vedi ad esempio la body art o l'arte interattiva, o anche il cinema, che può incorporare differenti forme artistiche e performative.
Nella società contemporanea la cultura visiva ha assunto un'enorme importanza; più recentemente l’arte digitale e la new media art hanno guadagnato un ruolo non trascurabile in una cultura sempre più dominata dal visuale. Nel multiforme scenario delle arti contemporanee le ultime tendenze digitali si stanno addentrando in un nuovo territorio dell'arte, che si pone oggi una sfida sempre più importante: quella di confermarsi uno specifico valore di mercato, aprendo nuove opportunità di fruizione e di consumo (dalle arti digitali alla fotografia digitale, dalla musica agli audiovisivi) «in un continuo confronto e in un continuo tentativo di superamento dell’arte contemporanea».[1]
Dalla seconda metà del XX secolo, critici e storici dell'arte hanno preferito allargare la più generica espressione "arte figurativa" a quella più specifica di "arte visiva", riferita alla molteplicità di attività creative che non comprendono soltanto le tradizionali discipline come la pittura e la scultura. Il panorama dell'arte è dunque fortemente cambiato, pertanto rientrano nel campo delle arti visive anche la fotografia, la performance, la body-art, l’assemblage, la video art, l’happening, la land art.