Atarassia

L'atarassia (letteralmente, dal greco antico ἀταραξία?, ataraxía, "assenza di agitazione", "tranquillità") è un termine filosofico, già usato da Democrito[1], ma adottato principalmente dalle scuole post-aristoteliche stoiche, epicurea e scettica per designare «la perfetta pace dell'anima che nasce dalla liberazione dalle passioni»[2], nel più ampio contesto della filosofia morale (etica) legata alla ricerca della felicità.

Al di là delle diverse sfumature assunte nell'ellenismo e dell'affinità con termini quali apatia, aponia, adiaforia ed eutimia, la consolidazione del concetto di atarassia è opera della media e tarda Stoà, e più precisamente di Crisippo, Panezio, Polibio, Cicerone, Plutarco, Epitteto, Seneca e da ultimo Marco Aurelio con la traduzione del termine dal greco ataraxia nel latino tranquillitas[3].

Per estensione, in medicina il termine può venir utilizzato per definire genericamente una condizione di imperturbabilità ed evidente mancanza di legami emotivi con l'ambiente e le persone che circondano il paziente, che si presenta in affezioni psichiatriche come la schizofrenia.

  1. ^ James Warren, Epicurus and Democritean Ethics: An Archaeology of Ataraxia, Cambridge, Cambridge University Press, 2002.
  2. ^ Ivan Gobry, Le vocabulaire grec de la philosophie, Parigi, Ellipses, 2000.
  3. ^ Anthony Long, Hellenistic Philosophy: Stoics, Epicureans, Sceptic, Berkeley, Sharples, 1994.

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