Balaenoptera borealis

Balenottera boreale

Balaenoptera borealis
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseEutheria
SuperordineLaurasiatheria
OrdineCetacea
SottordineMysticeti
FamigliaBalaenopteridae
GenereBalaenoptera
SpecieB. borealis
Nomenclatura binomiale
Balaenoptera borealis
Lesson, 1828
Areale

La balenottera boreale (Balaenoptera borealis Lesson, 1828) è una balena con i fanoni; dopo la balenottera azzurra e quella comune è la terza specie più grande tra le balenottere[2]. Può essere avvistata negli oceani di tutto il mondo e nei mari adiacenti, ma preferisce le profonde acque al largo della costa[3]. Tende ad evitare le acque polari e tropicali e quelle dei mari troppo chiusi. Ogni anno trascorre l'estate in acque fredde e subpolari, per poi migrare d'inverno verso acque temperate e subtropicali; tuttavia, nella maggior parte delle aree in cui vive le rotte migratorie non sono ben conosciute[4].

Questa balenottera raggiunge i 20 metri di lunghezza e le 50 tonnellate di peso[4]. Ogni giorno consuma in media 900 chili di cibo, costituito soprattutto da copepodi, krill e da altro zooplancton[5]. È una tra le specie più veloci di Cetacei e su brevi distanze può raggiungere velocità di 50 chilometri all'ora (27 nodi)[5]. Il nome inglese di questa balenottera, Sei Whale, deriva dal termine norvegese per indicare il pollock, un pesce che compare al largo delle coste della Norvegia nello stesso periodo dell'anno della balenottera boreale[6].

In seguito alla caccia commerciale su larga scala, quando, tra la fine del diciannovesimo e quella del ventesimo secolo, vennero catturati più di 238.000 esemplari[7], la balenottera boreale è ora una specie internazionalmente protetta[1], nonostante ogni anno ne venga catturato qualche esemplare nel corso dei controversi programmi di ricerca condotti da Islanda e Giappone[8][9]. Nel 2006, la sua popolazione globale era di 54.000 esemplari, circa un quinto di quella che era prima che venisse cacciata intensamente[6].

  1. ^ a b (EN) Cetacean Specialist Group 1996, Balaenoptera borealis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ S.L. Perry, D.P. DeMaster, and G.K. Silber, Special Issue: The Great Whales: History and Status of Six Species Listed as Endangered Under the U.S. Endangered Species Act of 1973, in Marine Fisheries Review, vol. 61, n. 1, 1999, pp. 52–58. URL consultato il 31 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
  3. ^ Gambell, R., Sei Whale Balaenoptera borealis Lesson, 1828, in S.H. Ridgway and R. Harrison (eds) (a cura di), Handbook of Marine Mammals, Vol. 3, Londra, Academic Press, 1985, pp. 155–170.
  4. ^ a b Reeves, R., G. Silber and M. Payne, Draft Recovery Plan for the Fin Whale Balaenoptera physalus and Sei Whale Balaenoptera borealis (PDF), Silver Spring, Maryland, National Marine Fisheries Service, luglio 1998. URL consultato il 31 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  5. ^ a b Shefferly, N., Balaenoptera borealis, su animaldiversity.ummz.umich.edu, Animal Diversity Web, 1999. URL consultato il 4 novembre 2006.
  6. ^ a b Sei Whale & Bryde's Whale Balaenoptera borealis & Balaenoptera edeni, su acsonline.org, American Cetacean Society, marzo 2004. URL consultato l'8 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2006).
  7. ^ Horwood, J., The sei whale: population biology, ecology, and management, Kent, England, Croom Helm Ltd., 1987, ISBN 0-7099-4786-0.
  8. ^ WWF-International (2005-06-01). "Japanese Scientific Whaling: Irresponsible Science, Irresponsible Whaling" Archiviato il 25 agosto 2006 in Internet Archive.. Press release. Retrieved on 2006-11-10.
  9. ^ See Whaling in Japan and Whaling in Iceland

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