Battaglia delle Termopili

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Battaglia delle Termopili
parte della seconda guerra persiana
Battaglia delle Termopili e movimenti che portarono alla battaglia di Salamina.
Data19-21 agosto[1] o 8-10 settembre[2] 480 a.C.
LuogoTermopili, Grecia
EsitoVittoria (pirrica secondo alcuni storici) dei Persiani
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
300 Spartani
700 Tespiesi
6 000 alleati greci
(5 200 secondo Erodoto)
(7 400 secondo Diodoro Siculo)
(11 200 secondo Pausania il Periegeta)
Dai 70 000 ai 300 000
(1 800 000 secondo Erodoto)
Perdite
298 Spartani
700 Tespiesi
1 400 alleati greci
(4 000 secondo Erodoto)[3]
20 000 secondo Erodoto[4]
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La battaglia delle Termòpili, o delle Termòpile (in greco antico: ἡ ἐν Θερμοπύλαις μάχη?, hē en Thermopýlais máchē[5]), fu una battaglia combattuta da un'alleanza di poleis greche, guidata dal re di Sparta Leonida I, contro l'Impero persiano governato da Serse I. Si svolse in tre giorni, durante la seconda invasione persiana della Grecia, nell'agosto o nel settembre del 480 a.C. presso lo stretto passaggio delle Termopili (o, più correttamente, Termopile, "Le porte calde"[6]), contemporaneamente alla battaglia navale di Capo Artemisio.

L'invasione persiana era una risposta allo smacco subito durante la fallita prima invasione della Grecia che si era conclusa con la grande vittoria ateniese nella battaglia di Maratona nel 490 a.C. Serse aveva raccolto un enorme esercito e una potente flotta per conquistare tutta la Grecia. Il generale ateniese Temistocle propose che i Greci si disponessero a bloccare l'avanzata dell'esercito persiano al passo delle Termopili, ostacolando nello stesso tempo la flotta persiana presso lo stretto di Capo Artemisio.

Un esercito greco di circa 7 000 uomini marciò verso nord per cercare di fermare l'avanzata dei Persiani nell'estate del 480 a.C. L'esercito di Serse arrivò al passo a fine agosto o inizio settembre, ma fu trattenuto per una settimana dai Greci che, sebbene in grande inferiorità numerica, bloccarono l'unica via attraverso la quale l'imponente esercito persiano avrebbe potuto raggiungere la Grecia centrale. Tuttavia un abitante del luogo di nome Efialte rivelò agli aggressori l'esistenza di una via secondaria che conduceva dietro le linee greche. Leonida, consapevole di essere stato aggirato, fece allontanare il grosso dell'esercito greco e rimase a guardia del passaggio con 299 Spartani, 700 Tespiesi, 400 Tebani e, forse, qualche centinaio di altri, che vennero per la maggior parte uccisi.

Dopo questo combattimento la flotta greca, mentre combatteva presso capo Artemisio sotto il comando del politico ateniese Temistocle, ricevette la notizia della sconfitta alle Termopili. Dal momento che il piano dei Greci prevedeva che sia le Termopili che capo Artemisio venissero tenuti sotto controllo, e avendo la flotta subito consistenti perdite, venne deciso il ritiro a Salamina. I Persiani invasero la Beozia e poi entrarono in Atene, che era stata precedentemente evacuata. In seguito la flotta greca attaccò e sconfisse gli invasori nella battaglia di Salamina verso la fine del 480 a.C.: dopo lo scontro il re Serse, temendo di restare intrappolato in Europa con la flotta fortemente indebolita, decise di ritornare in patria con parte dell'esercito (perdendo molti uomini per la fame e le malattie) e lasciò il generale Mardonio al comando dei restanti reparti per completare la conquista della Grecia. L'anno successivo, tuttavia, un esercito ellenico sconfisse definitivamente i Persiani nella battaglia di Platea.

Per studiosi e scrittori antichi e moderni la battaglia delle Termopili è un esempio dei sorprendenti risultati militari che si possono ottenere, contro forze molto superiori numericamente, con un esercito molto motivato che si batte in difesa del suolo della patria su terreno favorevole alla difesa. L'azione dei difensori delle Termopili è inoltre ritenuta una classica dimostrazione della superiore efficacia in combattimento di un'unità militare bene addestrata ed equipaggiata.

  1. ^ Bradford, p. 162.
  2. ^ (EN) p. 374 Edward Greswell, Origines kalendariæ Hellenicæ, E. Duychinck, Collin & co, 1827.
  3. ^ Erodoto, VIII, 25.
  4. ^ Erodoto, VIII, 24.
  5. ^ Espressione attestata nelle seguenti forme e nei seguenti testi antichi.
    • Nella forma "riguardo alla battaglia delle Termopili", in greco antico: περὶ τῆς μάχης τῆς ἐν Θερμοπύλαις?, perì tês máches tês en Thermopýlais, in Diodoro, XI, sommario.
    • Nella forma "prima della battaglia delle Termopili", in greco antico: πρὸ τῆς ἐν Θερμοπύλαις μάχης?, prò tês máches tês en Thermopýlais, in Sinesio di Cirene, XV, in Elogio della calvizie.
    • Nella forma "la battaglia delle Termopili", in greco antico: ἡ ἐν Θερμοπύλαις μάχη?, he en Thermopýlais máche, in Giorgio Sincello, Selezione di cronografia.
  6. ^ Termopili, su treccani.it, Enciclopedia Treccani. URL consultato il 4 novembre 2018 (archiviato il 5 novembre 2018).

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