Un momento della battaglia sul radar dell'incrociatore USS Denver: a sinistra Kolombangara, a destra la Nuova Georgia, al centro e in basso a sinistra le unità statunitensi (il Denver è al centro); i due punti luminosi in alto a sinistra sono i cacciatorpediniere giapponesi
La battaglia dello Stretto di Blackett, talvolta indicata informalmente anche come prima battaglia del Golfo di Kula,[1][2] è avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 marzo 1943, lungo le coste meridionali e orientali dell'isola di Kolombangara, e vide combattere due cacciatorpediniere giapponesi contro una superiore task force statunitense, forte di tre incrociatori leggeri e tre cacciatorpediniere.
Le unità nipponiche, appartenenti alla 2ª Flotta, erano state inviate in aiuto delle forze navali imperiali impegnate nella campagna delle isole Salomone e incaricate di recare un carico di munizioni, cibo e attrezzature alla guarnigione su Kolombangara, in rapida crescita. La missione iniziò la mattina del 5 marzo e fu completata nelle prime ore del 6 ma, appena iniziato a circumnavigare in senso antiorario l'isola, i due cacciatorpediniere furono subitaneamente attaccati dalla squadra statunitense, il cui comandante fece un uso accorto del radar per colpire nel buio le unità avversarie. In meno di venti minuti di serrato scontro, i cacciatorpediniere nipponici furono affondati senza avere avuto il tempo di attuare una valida reazione, lasciando campo libero alle navi statunitensi che poterono bombardare l'aeroporto a Vila. La battaglia capovolse l'abituale svolgimento di scontri notturni che, soprattutto durante la campagna di Guadalcanal, avevano visto la netta prevalenza della Marina imperiale.