Battaglia di Caporetto

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Battaglia di Caporetto (disambigua).
Battaglia di Caporetto
12ª battaglia dell'Isonzo
parte del fronte italiano della prima guerra mondiale
Le truppe tedesche della 12ª Divisione fanteria avanzano lungo la valle dell'Isonzo nei primi giorni della battaglia
Data24 ottobre - 12 novembre 1917
LuogoValle del fiume Isonzo nei pressi di Caporetto, oggi in Slovenia
EsitoVittoria austro-ungarica e tedesca. Ritirata delle truppe italiane fino al Piave
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
353 000 soldati
2 518 cannoni[N 3]
257 400 soldati
1 342 cannoni[N 4]
Perdite
50 000 tra morti e feriti[N 5]Dai 10 000 ai 13 000 morti
30 000 feriti
265 000 prigionieri[N 6]
Oltre un milione di profughi civili
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

La battaglia di Caporetto, o dodicesima battaglia dell'Isonzo (in tedesco Schlacht von Karfreit, o zwölfte Isonzoschlacht), conosciuta in Italia e all'estero anche come "rotta"[1] o "disfatta di Caporetto"[2][3][4][5], fu uno scontro combattuto sul fronte italiano della prima guerra mondiale, tra le forze congiunte degli eserciti austro-ungarico e tedesco, contro il Regio Esercito italiano. L'attacco, cominciato alle ore 2:00 del 24 ottobre 1917 contro le linee della 2ª Armata italiana sulla linea tra Tolmino e Caporetto (Kobarid), portò alla più grave disfatta nella storia dell'esercito italiano[6], al collasso di interi corpi d'armata e al ripiegamento dell'intero esercito italiano fino al fiume Piave[1]. La rotta produsse quasi 300 000 prigionieri e 350 000 sbandati, tanto che ancora oggi il termine "Caporetto" è entrato nell'uso comune della lingua italiana per indicare una pesante sconfitta, una disfatta, una capitolazione[7].

Approfittando della crisi politica interna alla Russia zarista, dovuta alla rivoluzione bolscevica, Austria-Ungheria e Germania poterono trasferire consistenti truppe dal fronte orientale a quello occidentale e italiano. Forti di questi rinforzi, gli austro-ungarici, con l'apporto di reparti d'élite tedeschi, sfondarono le linee tenute dalle truppe italiane che, impreparate a una guerra difensiva e duramente provate dalle precedenti undici battaglie dell'Isonzo, non ressero all'urto e dovettero ritirarsi fino al fiume Piave, a 150 chilometri di distanza.

La sconfitta portò a immediate conseguenze politiche (le dimissioni del Governo Boselli e la nomina di Vittorio Emanuele Orlando) e militari, con l’avvicendamento del generale Luigi Cadorna (che cercò di nascondere i suoi gravi errori tattici, imputando le responsabilità alla presunta viltà di alcuni reparti) con il generale Armando Diaz. Le unità italiane si riorganizzarono abbastanza velocemente e fermarono le truppe austro-ungariche e tedesche nella successiva prima battaglia del Piave, riuscendo a tenere a oltranza la nuova linea difensiva su cui aveva fatto ripiegare Cadorna.


Errore nelle note: Sono presenti dei marcatori <ref> per un gruppo chiamato "N" ma non è stato trovato alcun marcatore <references group="N"/> corrispondente

  1. ^ a b Isnenghi-Rochat, p. 389.
  2. ^ Labanca, p. 40.
  3. ^ Barbero, p. 384.
  4. ^ Keegan, p. 458.
  5. ^ Liddell Hart, p. 396.
  6. ^ Silvestri 2006, p. 3.
  7. ^ Caporétto, su treccani.it, Enciclopedia Treccani. URL consultato il 14 gennaio 2021.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Tubidy