Battaglia di Mursa Maggiore

Battaglia di Mursa Maggiore
parte della guerra civile romana del 350-353
Moneta di Magnenzio, l'usurpatore sconfitto nella battaglia
Data28 settembre 351
LuogoMursa in Pannonia (moderna Osijek in Croazia)
EsitoVittoria di Costanzo II
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
60.00036.000
Perdite
30.00024.000
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La battaglia di Mursa Maggiore fu combattuta nel 351 tra l'esercito dell'imperatore romano Costanzo II e le forze dell'usurpatore Magnenzio. Fondamentale per la vittoria di Costanzo II fu il tradimento del franco Claudio Silvano, comandante di una forte ala di cavalleria per conto di Magnenzio.

La sconfitta ridusse notevolmente le possibilità di successo della ribellione di Magnenzio: l'usurpatore, che aveva perso nella battaglia il proprio fidato magister officiorum Marcellino, avrebbe sofferto la sconfitta decisiva due anni dopo, alla battaglia di Mons Seleucus. La battaglia ebbe anche un significato religioso, in quanto Magnenzio aveva ripristinato alcuni diritti per i pagani, mentre Costanzo arrivò a lasciare il campo di battaglia per pregare sulla vicina tomba di un martire; il vescovo di Mursa, Valente, riferì di aver saputo della vittoria di Costanzo direttamente da un angelo.

Si trattò di una delle più sanguinose battaglie della storia romana: secondo Giovanni Zonara (xiii 8.17), Magnenzio perse due terzi delle sue truppe e Costanzo metà delle proprie, per un totale di 54.000 uomini. Perdite tuttavia che non scossero alle fondamenta la potenza militare di Roma, né provocarono tra i contemporanei l'eco profonda di cui è testimonianza questa battaglia.


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