Battaglia di Novara (1849)

Battaglia di Novara
parte della prima guerra d'indipendenza
Il maresciallo Josef Radetzky e il suo stato maggiore, tra cui il generale Heinrich von Hess, sul campo di battaglia di Novara.
Data22-23 marzo 1849
LuogoNovara, Regno di Sardegna
EsitoDecisiva vittoria austriaca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
45.000 uomini
2.500 cavalli
109 cannoni[1] (Secondo Gaston Bodart, 54.200 uomini e 4.800 cavalli e 116 cannoni)
70.000 uomini
5.000 cavalli
141 cannoni[2](Secondo Bodart, solo 41.000-43.570 uomini e 4.700 cavalli e 144 cannoni furono effettivamente coinvolti nella battaglia)
Perdite
578 morti (1100 secondo Gaston Bodart's Militär-historisches Kriegs-Lexikon (1618–1905)),
1.405 feriti (1900 secondo Bodart)
409 fra dispersi e prigionieri (5400 fra dispersi o catturati secondo Bodart)[3]
410 morti (420 secondo Bodart)
1.850 feriti (1900 secondo Bodart)
963 fra dispersi e prigionieri (secondo Bodart 1000 fra dispersi e prigionieri)[3]
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La battaglia di Novara (conosciuta anche come battaglia della Bicocca dal nome dell'omonimo sobborgo sud-est di Novara, dove si combatterono gli scontri più importanti) fu una delle ultime battaglie della prima guerra d'indipendenza italiana, svoltasi il 23 marzo 1849, durante il Risorgimento e si concluse con la completa vittoria dell'esercito imperiale austriaco guidato dal maresciallo Josef Radetzky sull'Armata Sarda comandata dal generale polacco Wojciech Chrzanowski.

La battaglia fu combattuta al termine della breve seconda fase della guerra; la campagna fu caratterizzata inizialmente dall'offensiva austriaca a sorpresa attraverso il Ticino e dalla sconfitta piemontese nella battaglia di Mortara. L'esercito piemontese, dopo questi insuccessi, fu quindi concentrato a Novara dove venne attaccato il 23 marzo 1849 solo da una parte dell'esercito austriaco. A causa dell'indecisione e di gravi errori del comando dell'esercito piemontese, il maresciallo Radetzky ebbe il tempo di concentrare progressivamente tutte le sue forze a Novara e, disponendo di una chiara superiorità numerica locale, poté sconfiggere e costringere alla capitolazione l'armata avversaria. Nella notte stessa della battaglia il re di Sardegna Carlo Alberto, presente sul campo, decise di abdicare e fu il figlio Vittorio Emanuele II a concludere il 24 marzo 1849 un armistizio definitivo con il maresciallo Radetzky.

Ogni anno la città di Novara celebra la rievocazione storica in costume della battaglia[4].

  1. ^ P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, vol. I, p. 303.
  2. ^ P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, vol. I, p. 304.
  3. ^ a b P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, vol. I, p. 311.
  4. ^ Emilio Alzati, Battaglia della Bicocca: oggi la rievocazione storica, su primaNovara, 26 marzo 2018. URL consultato il 2 settembre 2023.

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