Battaglia di Pavia (1525)

Battaglia di Pavia
parte della guerra d'Italia del 1521-1526
L'episodio dell'abbattimento delle mura da parte di Galzerano Scala durante la battaglia di Pavia nella serie di arazzi di William Dermoyen dedicati alla battaglia, conservato al Museo di Capodimonte.
Data24 febbraio 1525
LuogoPavia
EsitoDecisiva vittoria imperiale
Schieramenti
Comandanti
Carlo di Lannoy
Federico II Gonzaga
Aloisio Gonzaga
Georg von Frundsberg
Francesco Castellalto
Konrad von Boyneburg
Cesare Hercolani
Carlo III di Borbone-Montpensier
Giovanni Battista Lodron
Ludovico Lodron
Merk Sittich I von Ems zu Hohenems
Osvaldo I di Zurlauben
Fanfulla da Lodi
Ludovico de' Medici
Giambattista Castaldo
Francesco De Marchi
Giovanni Arcimboldi
Camillo Orsini
Galeazzo Farnese
Kaspar von Frundsberg
Giacomo Folgore di Piossasco
Gabriele da Martinengo
Fabrizio Maramaldo
Fernando Álvarez de Toledo
Hernando de Alarcón
Antonio de Leyva
Juan de Urbieta
Fernando Francesco d'Avalos
Alfonso III d'Avalos
Diego D'Avila
Francisco de Aguirre
Carlo di Lannoy
Francisco de Carvajal
Diego Hurtado de Mendoza
Rodrigo Orgóñez
Pedro de Valdivia
Francesco II Sforza
Sigismondo I Malatesta
Francesco I di Francia
Michele Antonio di Saluzzo
Francesco di Lorena
Jacques de La Palice
Louis de la Trémoille
Guillaume Gouffier de Bonnivet
Claude d'Annebault
Anne de Montmorency
Robert de la Marck
Teodoro Trivulzio
Federico Gonzaga
Gianfrancesco Gonzaga
Pirro Gonzaga
Carlo II di Savoia
Claudio I di Guisa
Robert Stuart d'Aubigny
Giovanni Stewart (1481-1536)[1]
Renato di Savoia-Villars
Gian Galeazzo Sanvitale
Giovanni Francesco Acquaviva
Pietro II di Rohan Gié
Luigi di Lorena (1500-1528)
Biagio di Monluc
Renato di Cossé
Antonio di Lorena
Francesco di Lorena
Brunoro Gambara
Francesco di Borbone-Vendôme (1491-1545)
Luigi IV di Bueil
Carlo IV di Alençon
Thomas de Foix-Lescun
Richard de la Pole
Ludovico Barbiano da Belgioso
Enrico II di Navarra
Effettivi
20.000 fanti (12.000 lanzichenecchi tedeschi, 5.000 spagnoli, 3.000 italiani)
800 cavalieri pesanti
1.500 cavalieri leggeri
17 cannoni

Guarnigione di Pavia: 6.000 fanti (5.000 tedeschi, 1.000 spagnoli)
23.000 fanti (8.000 svizzeri, 5.000 mercenari tedeschi, 6.000 francesi, 4.000 italiani)
1.200 cavalieri pesanti
2.000 cavalieri leggeri
53 cannoni
Perdite
500 morti o feriti12.000 morti o feriti
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La battaglia di Pavia fu combattuta il 24 febbraio 1525 durante la guerra d'Italia del 1521-1526 tra l'esercito francese guidato personalmente dal re Francesco I e l'armata imperiale di Carlo V, costituita principalmente da 12.000 lanzichenecchi tedeschi e da 5.000 soldati dei tercio spagnoli, guidata sul campo dal capitano fiammingo Carlo di Lannoy, dal condottiero italiano Fernando Francesco d'Avalos, e dal rinnegato francese Carlo di Borbone.[2][3] La battaglia si concluse con la netta vittoria dell'esercito dell'imperatore Carlo V; lo stesso re Francesco I, dopo essere caduto da cavallo, fu fatto prigioniero dagli imperiali.[4][5][6]

La battaglia segnò un momento decisivo delle guerre per il predominio in Italia e affermò la temporanea supremazia di Carlo V. Dal punto di vista della storia militare la battaglia è importante perché dimostrò la schiacciante superiorità della fanteria imperiale e soprattutto delle sue formazioni di picchieri e archibugieri spagnoli (tercios) e tedeschi (Doppelsöldner) che distrussero con il fuoco delle loro armi la famosa cavalleria pesante francese.[7][8]

La battaglia di Pavia segnò anche un momento di passaggio nelle strategie militari, che saranno d'ora in poi caratterizzate dal largo utilizzo delle armi da fuoco, nonché di importante mutamento nella composizione delle truppe, una sorta di Rinascimento Militare che prevedeva ora una distribuzione più omogenea della fanteria, della cavalleria come dell'artiglieria, visibile contemporaneamente nelle armate francesi e in quelle Imperiali.[9]

E se, durante il Medioevo, la cavalleria pesante aveva costituito l'ossatura degli eserciti, tra il XIII e il XVI secolo, questa disposizione cambiò sensibilmente. Durante le guerre d'Italia nel primo ventennio del XVI secolo, ci fu una vera e propria evoluzione dell'arte bellica rinascimentale, che coinvolse non solo le tattiche di cavalleria, bensì anche le nuove strategie adoperate dalla fanteria di picchieri svizzeri, che ora si trovavano a fronteggiare la nuova minaccia dei pezzi d'artiglieria. Infatti l'uso delle bombarde, ora montate su affusti e ruote, era ora possibile anche nelle battaglie campali e non solo negli assedi, e le armi da fuoco individuali, gli archibugi, venivano usati da archibugieri professionisti, che, organizzati in reparti autonomi, avevano un ruolo indipendente sul campo di battaglia da quello degli altri reparti.

  1. ^ Copia archiviata, su academia.edu. URL consultato il 25 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2021).
  2. ^ Livio Agostini, Piero Pastoretto, Le grandi Battaglie della Storia, Milano, Viviani Editore, 1999.
  3. ^ Autobiografia di Carlo V
  4. ^ Christian Orlandi, Battaglia di Pavia (1525) - MondoStoria, su mondostoria.it. URL consultato il 10 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2017).
  5. ^ (EN) Battle of Pavia | Summary, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 25 settembre 2021.
  6. ^ (EN) battle of Pavia, su Oxford Reference. URL consultato il 25 settembre 2021.
  7. ^ La Battaglia di Pavia cambia la storia: al fronte tra eroi e mercenari - Cronaca - La Provincia Pavese, in La Provincia Pavese, 26 febbraio 2015. URL consultato il 10 novembre 2017.
  8. ^ (EN) Terence Alan Morris, Europe and England in the sixteenth century, Abingdon-on-Thames (UK), Routledge Taylor & Francis Group, 1998, ISBN 978-0415150408. URL consultato il 22 settembre 2020.
  9. ^ Luca Rebora - Pavia, 24 febbraio 1525: la battaglia di Pavia, su comune.pv.it. URL consultato il 10 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2016).

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