Battaglia navale di Guadalcanal

Battaglia navale di Guadalcanal
parte del teatro del Pacifico della seconda guerra mondiale
L'attacco aereo giapponese del 12 novembre: in primo piano il trasporto d'attacco USS President Jackson; al centro, più indietro, l'incrociatore pesante USS San Francisco è appena stato colpito da un aerosilurante B5N danneggiato.
Data12-15 novembre 1942
LuogoGuadalcanal, isole Salomone
EsitoVittoria strategica alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1 portaerei
2 navi da battaglia
2 incrociatori pesanti
3 incrociatori leggeri
12 cacciatorpediniere
2 navi da battaglia
6 incrociatori pesanti
3 incrociatori leggeri
16 cacciatorpediniere
Perdite
2 incrociatori leggeri
7 cacciatorpediniere
36 aerei[1]
1 732 morti[2]
2 navi da battaglia
1 incrociatore pesante
3 cacciatorpediniere
11 navi da trasporto
64 aerei[1]
1 900 morti[3]
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La battaglia navale di Guadalcanal, a volte chiamata terza e quarta battaglia dell'Isola di Savo, la battaglia delle Salomone oppure, nelle fonti giapponesi, la terza battaglia del Mar delle Salomone (第三次ソロモン海戦?), avvenne in due fasi tra il 12 e il 15 novembre 1942 e rappresentò lo scontro più importante della serie di battaglie navali combattute tra gli Stati Uniti e l'Impero giapponese durante la campagna di Guadalcanal.

Gli Alleati erano sbarcati a Guadalcanal il 7 agosto 1942 occupando l'aeroporto che i giapponesi avevano iniziato a costruirvi; gli stati maggiori nipponici, colti di sorpresa, tentarono nei mesi seguenti di annientare le forze sbarcate e respingere la marina statunitense, senza però riuscire a cogliere alcun significativo successo. All'inizio di novembre l'Impero giapponese organizzò un grande convoglio navale, con a bordo 7 000 soldati e numeroso materiale, in un decisivo sforzo di riconquistare l'aeroporto: a copertura della flotta da trasporto fu schierata la massiccia 2ª Flotta del viceammiraglio Nobutake Kondō, con il compito principale di bombardare l'aeroporto nella notte del 12-13 novembre e neutralizzare così la Cactus Air Force. Gli Stati Uniti, venuti a conoscenza dell'operazione giapponese attraverso intercettazioni e ricognizioni, distaccarono la scorta di un convoglio appena giunto a Guadalcanal (cinque incrociatori e otto cacciatorpediniere al comando del contrammiraglio Daniel Callaghan) che si scontrò nottetempo con il gruppo da bombardamento nemico, comprendente tra le altre unità le corazzate Hiei e Kirishima e guidato dal viceammiraglio Hiroaki Abe. In una feroce ed estremamente confusa battaglia il contrammiraglio Callaghan rimase ucciso e quasi tutte le navi statunitensi furono gravemente colpite; il viceammiraglio Abe, ferito e disorientato, dette però l'ordine di ritirata quando la vittoria era a portata di mano. Durante il 13 novembre la 2ª Flotta (meno la Hiei e due cacciatorpediniere) si riorganizzò per una sortita in massa contro l'aeroporto, mentre l'8ª Flotta del viceammiraglio Gun'ichi Mikawa salpava da Rabaul e nella notte del 13-14 novembre eseguiva un cannoneggiamento della testa di ponte; ritenendo ormai innocua l'aviazione statunitense, la mattina del 14 il convoglio ebbe ordine di salpare dalle isole Shortland. La Cactus Air Force, invece, coadiuvata da velivoli della portaerei USS Enterprise, condusse nel corso della giornata ripetuti attacchi sull'8ª Flotta in ripiegamento e sul convoglio, affondando numerosi trasporti nipponici e l'incrociatore Kinugasa. Intanto, nel pomeriggio, il viceammiraglio Kondō si era messo alla testa di ogni nave ancora abile al combattimento, prevedendo di bombardare la pista con la Kirishima e alcuni incrociatori pesanti: a sud dell'Isola di Savo incappò invece in una formazione americana improvvisata, forte delle due moderne corazzate USS South Dakota e USS Washington. Nella battaglia i giapponesi, dopo una serie di successi iniziali, frazionarono la loro squadra e la Kirishima subì danni tali da convincere Kondō a ripiegare nelle prime ore del 15 (la corazzata affondò poco dopo). La mattina presto i quattro superstiti trasporti, intenti a scaricare, furono bersagliati e distrutti e solo una piccola percentuale di uomini, munizioni, cibo e rifornimenti vari giunse alla guarnigione.

Le forze nipponiche su Guadalcanal andarono incontro a una crisi logistica che già a dicembre rese la loro posizione insostenibile. Gli Stati Uniti per converso poterono rinfoltire e aumentare le proprie forze fino a eliminare, nel febbraio 1943, ogni presenza giapponese su Guadalcanal, cogliendo una fondamentale vittoria strategica.

  1. ^ a b Lundstrom 2005, p. 522.
  2. ^ Frank 1990, p. 490; Lundstrom 2005, p. 523.
  3. ^ Frank 1990, p. 490. Le perdite giapponesi stimate da Frank comprendono solo 450 soldati periti sulle navi da trasporto e derivano dai computi nipponici. Miller 1949 riporta «USAFISPA, Campagna giapponese nella regione di Guadalcanal [pp. 29-30], stima che 7 700 soldati erano presenti a bordo: [...] 3 000 affogarono, 3 000 sbarcarono e 1 700 vennero tratti in salvo». Il numero indicato è quello fornito da Frank.

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