Bene mio e core mio | |
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Commedia in tre atti | |
Eduardo De Filippo e Anna Miserocchi (nel ruolo di Lorenzo e Chiarina Savastano) nella trasposizione televisiva del 1964 | |
Autore | Eduardo De Filippo |
Lingua originale | |
Genere | Teatro napoletano |
Ambientazione | Napoli |
Composto nel | 1955 |
Prima assoluta | 11 novembre 1955 Teatro Eliseo, Roma |
Personaggi | |
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Riduzioni cinematografiche | Versione televisiva 1964, regia di Eduardo De Filippo con la collaborazione televisiva di Guglielmo Morandi. Interpreti: Eduardo De Filippo, Anna Miserocchi, Glauco Onorato, Vera Nandi, Carlo Giuffré, Pietro Carloni, Filippo De Pascale, Massimo Ungaretti, Michele Faccione, Antonio Ercolano, Armida De Pasquali, Maria Teresa Lauri, Rino Genovese, Luisa Conte, Enzo Cannavale, Dori Dorika |
Bene mio e core mio è una commedia in tre atti scritta da Eduardo De Filippo nel 1955 e inserita dall'autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari.
Fu rappresentata per la prima volta a Roma, al Teatro Eliseo, l'11 novembre 1955. Gli interpreti erano: Eduardo De Filippo, Dolores Palumbo, Nino Veglia, Rino Genovese, Pietro De Vico, Ugo D'Alessio, Elisa Valentino, Isa Danieli, Lello Grotta, Maria Vinci, Peppino De Martino, Nello Ascoli, Luisa Conte, Lilly Romanelli, Pietro Carloni, Giuseppe Anatrelli, Luca De Filippo.
Nel 1964 fu realizzata la messa in scena televisiva curata dallo stesso Eduardo per il secondo ciclo de Il Teatro di Eduardo della Rai.
L'atmosfera della commedia è quella classica della commedia napoletana, con liti familiari che diventano pubbliche e un coro di divertenti personaggi secondari che intervengono nelle vicende dei fratelli Savastano. Lo stesso Eduardo definì Bene mio e core mio la più napoletana delle sue commedie. L'intreccio della commedia è basato in buona parte sulla sorpresa. I personaggi si svelano poco a poco, e l'inganno di Filuccio si scioglie soltanto alla fine del secondo atto, con l'entrata in scena di Virginia.
La commedia, all'uscita riscosse un discreto successo, anche se la sua struttura fu criticata perché giudicata poco equilibrata, soprattutto per l'improvviso capovolgimento di situazione del terzo atto, ed inoltre una parte della critica s'infastidì per il realismo del linguaggio e della situazione, che all'epoca parve eccessivo.