Benzodiazepine

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Struttura base delle benzodiazepine

Le benzodiazepine (spesso abbreviate BZD o BDZ) sono una classe di psicofarmaci la cui struttura chimica è composta dalla fusione di un anello benzenico e un anello diazepinico. La prima benzodiazepina, il clordiazepossido (Librium), è stata scoperta casualmente da Leo Sternbach nel 1955 e resa disponibile nel 1960 da Hoffmann-La Roche, che ha anche commercializzato il diazepam (Valium) dal 1963.[1] A partire dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento le benzodiazepine hanno incominciato a essere largamente prescritte clinicamente.[2]

Le benzodiazepine aumentano l'effetto del neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA) a livello del recettore GABA A, accrescendo quindi le sue proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche, anestetiche, anticonvulsivanti e miorilassanti. Alte dosi di benzodiazepine possono causare amnesia anterograda e dissociazione.[3] Queste caratteristiche rendono oggi utili le benzodiazepine nei trattamenti di breve durata per stati gravi di ansia, insonnia, agitazione, convulsioni, spasmi muscolari, astinenza da alcol e come premedicazione per indurre la sedazione nelle procedure mediche o dentistiche.[4] Le benzodiazepine sono classificate a seconda della durata d'azione. Quelle ad azione breve e intermedia sono preferite per il trattamento dell'insonnia, quelle ad azione prolungata sono raccomandate per il trattamento dell'ansia.[5]

Le benzodiazepine hanno sostituito in buona parte l'uso dei barbiturici, vista la loro minore quantità di effetti collaterali. Infatti esse sono solitamente sicure ed efficaci nei trattamenti a breve termine, anche se talvolta si può verificare un deterioramento cognitivo ed effetti comportamentali paradossali, come eccessiva aggressività o disinibizione. Una minoranza di persone può incorrere in peggioramenti dell'agitazione o del panico.[6] L'utilizzo a lungo termine è controverso a causa delle preoccupazioni circa gli effetti collaterali psicologici e fisici, la diminuzione dell'efficacia, l'elevata dipendenza fisica e l'astinenza.[7][8] Per via degli effetti avversi associati con l'uso a lungo termine, in generale la sospensione dall'assunzione porta a un miglioramento della salute fisica e mentale.[9][10] Gli anziani vedono un aumento del rischio di incorrere in effetti negativi sia di breve sia di lungo termine.[9][11] Vi è una discussione in merito alla sicurezza delle benzodiazepine in gravidanza: mentre non sono stati riportati gravi casi di teratogenesi, vi è incertezza sul fatto che possano essere causa di palatoschisi e se comportino effetti neurocomportamentali a seguito dell'assunzione prenatale, come sintomi di astinenza sul neonato.[12]

Le benzodiazepine possono essere prese fino ad arrivare all'overdose (iperdosaggio) causando anche profondi casi di incoscienza. Tuttavia esse sono molto meno tossiche dei barbiturici e raramente si può arrivare al decesso se non vi è stata l'assunzione anche di altre sostanze: infatti, quando combinate con altri depressivi del sistema nervoso centrale (SNC) come l'etanolo e gli oppiacei, il potenziale di tossicità e overdose fatale aumenta.[13][14][15] Le benzodiazepine sono comunemente oggetto di abuso e assunte in associazione con altre sostanze d'abuso.[16]

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore isbn0-19-517668-5
  2. ^ Treating Alcohol and Drug Problems in Psychotherapy Practice Doing What Works., New York, Guilford Publications, 2011, p. 47, ISBN 978-1-4625-0438-1.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ip2002
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid18175099
  5. ^ Dikeos DG, Theleritis CG, Soldatos CR, Benzodiazepines: effects on sleep, in Pandi-Perumal SR, Verster JC, Monti JM, Lader M, Langer SZ (eds.) (a cura di), Sleep Disorders: Diagnosis and Therapeutics, Informa Healthcare, 2008, pp. 220–2, ISBN 0-415-43818-7.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid18922233
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid18671662
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid19062773
  9. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore tdamobd2004
  10. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore asapdacg
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ohop
  12. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ACOG
  13. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Charlson_2009
  14. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid10707430
  15. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pmid10622686
  16. ^ American Geriatrics Society 2012 Beers Criteria Update Expert Panel, American Geriatrics Society updated Beers Criteria for potentially inappropriate medication use in older adults (PDF), su guideline.gov, Agency for Healthcare Research and Quality, 2012. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2015).

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