Bernardo Ventimiglia

Bernardo di Ventimiglia (14631497) è stato un politico italiano, figlio del condottiero Giovanni Antonio di Ventimiglia.

Bernardo, detto Bernal, giovanissimo, prese parte nel 1487 all'assedio di Màlaga e ricevette dai Re Cattolici un'ampia signoria malagueña - il futuro 'Mayorazgo Veintemilla' - in ricompensa della 'reconquista' di questo emirato musulmano. Nel Libro del Repartimiento, per Regia cedola del 3 marzo 1490, risulta che il conte di Ventimiglia ottenne 20 'fanegas' di terra nella città e provincia di Malaga.[1]

Di Bernardo, di sua moglie e figli, resta un'ampia documentazione dal 1487 al 1518. Bernal sposò Isabel Enriquez dalla quale ebbe, tra gli altri, i figli Luis e Pedro. Nel 1487 il Ventimiglia riceve dai sovrani iberici una ayuda de costa di 30.000 maravedí che trasmetterà ai figli insieme alla signoria del Peñon de la Vega, a nord di Malaga, e al possesso di un forno a Granada.

In particolare, si conserva la documentazione concernente l'attività di Bernal come esecutore delle sentenze dei tribunali del Santo Uffizio e della Casa Reale - con la carica di Alguacil General, il braccio armato dell'inquisitore Tomás de Torquemada - per cause di adulterio, furto, cattura di malviventi, stime di danni ecc.[2]

Dopo la confisca dei beni a Enrico di Ventimiglia marchese di Geraci nel 1485, la moglie Eleonora de Luna è costretta a cedere il castello di S. Giorgio di Tusa a Leonardo Maccagnone da Tusa (4 novembre 1491) – come pegno a un prestito di 48 once d'oro – e il successivo 17 novembre cede la secrezia di Geraci ad Antonio Sgromagli[3] Eleonora, recatasi in Spagna nel 1490, alla corte di Ferdinando il Cattolico, riottenne l'investitura del marchesato per i suoi figli, probabilmente con l'intercessione del cugino Bernardo, estremamente influente presso i sovrani spagnoli. Il grande favore di Bernal alla corte dei Re Cattolici fu probabilmente pur dovuto alla moglie del Ventimiglia, Isabel Enriquez de Noroña, parente di Giovanna Enríquez, madre di Ferdinando il Cattolico e suocera di Ferdinando I di Napoli.

  1. ^ Otero Enriquez, 28.
  2. ^ D'Arienzo, p. 329-330.- Archivio generale di Simancas, Registro general del Sello, 5., n. 1742, 1974, 2781, 3604, 4447; 6., n. 39, 515, 1214; 7., n. 1380, 1427, 3344; 10., n. 859, 1220.
  3. ^ Trasselli, Da Ferdinando il Cattolico, p. 247, 374.

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