Binocolo

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Binocolo classico

Il binocolo (in tosc. anche binòccolo; ant. binòculo) è l'unico strumento ottico per l'osservazione ingrandita della realtà (come la semplice lente di ingrandimento o il cannocchiale, il microscopio o il telescopio), strutturato per l'uso della visione binoculare umana (dal latino scientifico del secolo XVII, binocŭlus, termine coniato [comp. da bini «a due a due» e ocŭlus «occhio»] dal cappuccino tedesco A. M. Schyrle de Rheita nel 1645).[1]

In genere, è uno strumento portatile e facile da usare anche per i bambini, per scopi ludici e didattici, e quindi molto interessante in vari campi dell'osservazione, dalle farfalle alle stelle. Infatti, viene usato molto anche per osservazioni astronomiche e naturali in generale; tuttavia, fin dal inizio, è stato implementato per usi militari, sfruttandolo come una "macchina del tempo", col quale anticipare le mosse del nemico, visto da più lontano, e per questo è stato utilizzato spesso nelle varie guerre e battaglie, dal XVII secolo ad oggi.

È ideale per tutte quelle occasioni in cui serve una visione ingrandita, ma dove un cannocciale o un telescopio risulta esagerato, come a teatro, allo stadio o per eventi sportivi in generale, nei safari o nei viaggi, ecc. Tuttavia, è spesso uno strumento necessario in ambito professionale, nella navigazione marittima, per la caccia e la pesca, oppure per il controllo e il soccorso marittimo, aereo e forestale o alpino.

  1. ^ binòcolo - Treccani, su Treccani. URL consultato l'8 giugno 2024.

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