Nella paleoclimatologia dell'Olocene, con il termine boreale s'intende la prima delle sequenze Blytt-Sernander delle fasi climatiche del Nord Europa che furono originariamente basate sullo studio delle torbiere danesi; il nome delle sequenze deriva da quello di Axel Blytt e Rutger Sernander, i quali per primi stabilirono la sequenza. Blytt nel 1876 introdusse la terminologia boreale derivandola da Βορέας – boreas il dio greco dei venti del nord.[1]
Nei sedimenti delle torbiere, la boreale è riconoscibile anche tramite la sua caratteristica zona di polline.
Essa venne preceduta dal Dryas recente, l'ultima ondata di freddo del Pleistocene, e seguita dall'Atlantica, un periodo più caldo e più umido rispetto al nostro clima più recente. La boreale, in quanto sequenza di transizione tra i due periodi, fu caratterizzata da notevoli variazioni, in parte assimilabili ai climi attuali.
Corrisponde alla zona di polline II di W.H. Zagwijn[2] e V secondo Litt.[3]