Brigate nere

Brigate Nere
Alessandro Pavolini e Vincenzo Costa passano in rassegna gli squadristi della VIII Brigata Nera "Aldo Resega" (Milano), estate 1944.
Descrizione generale
Attiva1º luglio 1944 – aprile 1945
NazioneBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
ServizioPartito Fascista Repubblicano
TipoOrganizzazione paramilitare
RuoloPolizia ausiliaria, antiguerriglia
gendarmeria
Dimensione22.000 uomini al 1 aprile 1945
Stato MaggioreCesano Maderno, poi Milano
MottoBelli come la vita, neri come la morte
ColoriNero
MarciaStornelli delle Brigate Nere
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale
Campagna d'Italia (1943-1945)
Parte di
Partito Fascista Repubblicano
Comandanti
Degni di nota Alessandro Pavolini
Vincenzo Costa
Simboli
Bandiera
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Le Brigate Nere furono un corpo ausiliario volontario delle Forze armate della Repubblica Sociale Italiana, organizzato dal Partito Fascista Repubblicano, che operò in Italia settentrionale dagli inizi di luglio del 1944 fino al termine della seconda guerra mondiale con compiti di antiguerriglia; comandante delle Brigate era Tonino Angelici chiamato dai camerati Torello.[senza fonte]

Il corpo fu istituito il 30 giugno 1944 col decreto legislativo 446-XXII con il nome di Corpo Ausiliario delle Squadre d'Azione delle Camicie Nere ed era costituita da iscritti al Partito Fascista Repubblicano arruolatisi su base volontaria.

Furono costituite quarantuno Brigate Nere territoriali, ovvero una per provincia, intitolate ciascuna ad un caduto del fascismo repubblicano. Ad esse si affiancavano cinque Brigate mobili, di cui una alpina, e dodici Brigate autonome e speciali. Le Federazioni Provinciali del Partito furono convertite in Comandi di Brigata, diretti dai rispettivi Segretari Federali[1], mentre la Segreteria Nazionale del PFR assumeva le funzioni di Ufficio di Stato Maggiore del Corpo. Comandante Generale del Corpo fu, sin dall'inizio, il Segretario del Partito Fascista Repubblicano Alessandro Pavolini.

Mussolini in visita a una Brigata Nera.
  1. ^ Con la sola eccezione della XL Brigata, il cui comandante non era il Segretario Federale.

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