Bullismo

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Esemplificazione di bullismo verbale contro una ragazza

Il bullismo è un comportamento prevaricatore di natura fisica e/o verbale, caratterizzato da molestia e aggressività anche di tipo minaccioso, sempre di natura intenzionale o intenzionalmente non inibita.

È pertanto diretto verso una o più persone da parte di una o più persone, in particolare tra coetanei adolescenti o giovanissimi adulti, e dove la parte soccombente è generalmente più debole e/o incapace di difendersi adeguatamente dal comportamento appena descritto[1].

Sebbene tra i ricercatori la definizione di bullismo non è sempre condivisa, molti concordano sul fatto che il bullismo è una particolare forma di comportamento aggressivo, e a differenza delle altre forme di aggressività, è caratterizzato da tre variabili fondamentali:

Il bullo mira intenzionalmente a danneggiare, da un punto di vista fisico e/o psicologico e/o sociale, una vittima debole, o perché debole di suo oppure perché isolata (asimmetria di potere), agendo con uno o più comportamenti di tipo aggressivo e per un periodo di tempo non determinato a priori (reiterazione)[3].

In letteratura, sono state descritte diverse forme di bullismo. Ad esempio, il bullismo palese o diretto implica aggressioni fisiche, come colpire, dare spintoni, fare sgambetti, tendere trappole oppure prodursi in minacce verbali e/o insulti e/o prese in giro o canzonature. Il bullismo nascosto o indiretto è meno esplicito, e si concretizza generalmente in esclusione sociale, pettegolezzi (anche di circostanze non vere) oppure mimica facciale non amichevole o che esprime disgusto e/o disprezzo[3].

Il bullismo trova la sua natura più congeniale nelle dinamiche di gruppo, data la presenza frequente di coetanei e/o sodali durante gli episodi di bullismo, coetanei e/o sodali che possono anche assistere passivamente, oppure schierarsi con la vittima, oppure ancora manifestare consenso esplicito al comportamento aggressivo del bullo, e buon ultimo prendervi parte[4].

La componente sadica gioca anch'essa un ruolo non secondario nelle manifestazioni di bullismo.[5][6]

  1. ^ APA Dictionary of Psychology, su dictionary.apa.org. dizionario dell'American Psychological Association
  2. ^ (EN) Hannah J. Thomas, Jason P. Connor e James G. Scott, Integrating Traditional Bullying and Cyberbullying: Challenges of Definition and Measurement in Adolescents – a Review, in Educational Psychology Review, vol. 27, n. 1, 2015-03, pp. 135–152, DOI:10.1007/s10648-014-9261-7, ISSN 1040-726X (WC · ACNP). URL consultato il 28 gennaio 2023.
  3. ^ a b Peter K. Smith e James O'Higgins-Norman, The Wiley Blackwell handbook of bullying : a comprehensive and international review of research and intervention, 2021, ISBN 978-1-118-48265-0, OCLC 1195820175. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  4. ^ Salmivalli, C., Lagerspetz, K., Björkqvist, K., Österman, K., & Kaukiainen, A. (1996). Bullying as a group process: Participant roles and their relations to social status within the group. Aggressive Behavior: Official Journal of the International Society for Research on Aggression, 22(1), 1-15.
  5. ^ Il bullismo al femminile: 'Il branco rosa è più sadico', su ricerca.repubblica.it, 26 gennaio 2007. URL consultato il 12 marzo 2023.
  6. ^ Irene Barbruni, Bullismo seconda parte, su barbruni.it. URL consultato il 12 marzo 2023.

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