La caccia alla foca è la caccia, per fini personali o commerciali, di foche. La caccia alla foca è tutt'oggi praticata legalmente da cinque paesi: Canada, Namibia, Norvegia, Russia e Groenlandia. Gran parte della caccia alla foca nel mondo ha luogo in Canada ed in Groenlandia. Il più grande partner commerciale del mercato canadese è la Norvegia.[1]
Il dipartimento canadese di pesca e oceani (DFO) regola questa attività in Canada. Fissa ogni anno la quota massima di esemplari cacciabili, monitora le cacce, studia la popolazione delle foche, collabora con la Canadian Sealers' Association per formare e informare i cacciatori sulla base dei nuovi regolamenti approvati, promuovendo le attività con convegni sul territorio. La DFO ha stimato le quote a 90 000 esemplari cacciati nel 2007; 275 000 nel 2008; 280 000 nel 2009; 330 000 nel 2010.[2] Secondo altre fonti però i dati potrebbero essere i seguenti: 82 800 nel 2007; 217 800 nel 2008; 72 400 nel 2009; e 67 000 nel 2010.[3]
Nel 2007, la Norvegia ha dichiarato l'uccisione di 29 000 foche, la Russia 5 479 e la Groenlandia 90 000.
La popolazione di foche nell'Atlantico nordoccidentale è diminuita di circa 2 milioni di esemplari dalla fine degli anni sessanta, anche a causa delle oltre 200 000 uccisioni approvate annualmente dal Canada.[4] Una specie in pericolo è la foca monaca del Mediterraneo. Solo nel 1971, il governo canadese ha risposto alle uccisioni spropositate istituendo un sistema a quota. Da una stima del DFO del 2007 si sono contate in tutto 5,5 milioni di foche.
In Canada è illegale cacciare cuccioli di foca ed esemplari giovani.[5] La caccia rimane ad ogni modo un punto altamente controverso, attirando l'attenzione dei media e proteste ogni anno.[6]