Campagna mongola contro i Song parte della Conquista mongola della Cina | |||
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Le fasi della conquista mongola della dinastia Song | |||
Data | 1235-1279 | ||
Luogo | Cina del Sud | ||
Causa | Dopo aver assoggettato i regni settentrionali degli Xia Occidentali e dei Jīn, i Mongoli attaccano i Song per assoggettare tutta quanta la Cina | ||
Esito | Definitiva vittoria mongola | ||
Modifiche territoriali | I mongoli occupano l'impero Song e completano la conquista della Cina | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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Perdite | |||
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La campagna mongola contro i Song, anche impropriamente nota come invasione mongola della Cina (della quale costituisce in realtà soltanto la terza fase, seppur la più lunga), iniziata sotto il secondo Khagan dell'impero mongolo, Ögödei Khan (r. 1229-1241), e completata da Kublai Khan (r. 1260-1294), fu il passo finale dell'assoggettamento ai mongoli di tutto l'Estremo Oriente, sancito dalla fondazione della dinastia Yuan da parte di Kublai nel 1271. È considerata l'ultima grande conquista militare dell'impero mongolo.[1]
Una volta avviata la campagna, l'avanzata delle truppe mongole verso sud fu lenta ma costante. Le forze Song resistettero ferocemente, trasformando l'invasione in una serie prolungata di campagne. Il principale ostacolo all'avanzata mongola erano la mancanza d'informazioni sul territorio che stavano invadendo, la difficoltà di reperire foraggio per i cavalli, malattie (spesso sconosciute ai nomadi) e la necessità di condurre battaglie navali, una forma di guerra completamente estranea ai cavalieri della steppa. Questa combinazione di fattori originò una delle campagne più difficili e prolungate nella storia delle incursioni mongole.[N 1] Da un punto di vista strategico, la lunga campagna contro i Song si declinò sia nel costante spostamento verso sud del confine tra l'Impero mongolo e le terre cinesi, sia in ampie manovre di accerchiamento che costrinsero i mongoli a pianificare e realizzare la penetrazione (in taluni casi l'occupazione permanente) di altre compagini statali trascinate così nella contesa: il Tibet, il Regno di Dali (nel Yunnan) e il Dai Viet (odierno Vietnam).
La critica storica concorda nel riconoscere ai cinesi il primato della resistenza più feroce tra tutti i popoli combattuti dai mongoli che dovettero ricorrere ad ogni più piccolo vantaggio e «ogni artificio militare conosciuto a quel tempo per vincere.»[N 2] Una quantità maggiore di «resistenza ostinata» fu opposta dalla Corea e dai Song alle invasioni mongole rispetto agli altri popoli eurasiatici che furono invece rapidamente schiacciati dai cavalieri della steppa.[2]
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