Campo di concentramento di Buchenwald

«Prima della presa di potere dei nazisti, Weimar era meglio conosciuta come la casa di Johann Wolfgang von Goethe, che ha incarnato l'illuminismo tedesco del XVIII secolo, e come il luogo di nascita della democrazia costituzionale tedesca nel 1919, la Repubblica di Weimar. Durante il regime nazista, "Weimar" è stato associato al campo di concentramento di Buchenwald.»

Modello del campo

Il campo di concentramento di Buchenwald, istituito nel luglio 1937, fu uno fra i più grandi campi della Germania nazista. Prende il nome dall'omonima località, sulla collina dell'Ettersberg, a circa otto chilometri da Weimar, nella regione della Turingia, nella Germania orientale[2]. Fu costruito su una collina ricoperta da una fitta estensione di alberi di faggio (Buchenwald significa letteralmente "bosco di faggi")[3].

Tra il 1937 e il 1945 quello di Buchenwald divenne uno dei più importanti campi di concentramento e sterminio, nonostante i suoi piccoli inizi. Il 16 luglio 1937, infatti, «un commando di circa 300 deportati, provenienti dal disciolto campo di concentramento di Lichtenburg, presso Lipsia, eresse, con attrezzi primitivi ed insufficienti, le prime baracche del campo di Buchenwald, ricavando il legname dalla foresta di Ettersberg, foresta che fu a suo tempo prediletta da Johann Wolfgang von Goethe»[4] (le SS lasciarono in piedi l'"albero di Goethe"[5], sotto il quale il grande poeta amava stare per scrivere le sue opere, all'interno di Buchenwald).

Dopo la sua espansione fu internato in questo campo un totale di circa 238 980[6][7][8] persone provenienti da trenta nazionalità diverse[9]. Fu tra i lager dove si attuò principalmente lo sterminio tramite il lavoro. Il numero complessivo delle vittime fu di 43 045, secondo alcune fonti[10][11], di 56 554 secondo altre[12][13], fra le quali 11 000 ebrei[14]. La fama negativa di Buchenwald è inoltre legata a numerosi particolari che si diffusero molto prima della fine della guerra, tra i quali gli esperimenti medici sui prigionieri, la presenza tra gli internati della principessa italiana Mafalda di Savoia, i fatti legati a Ilse Koch, detta "la strega di Buchenwald", facendone uno dei luoghi più inquietanti e spaventosi della Germania nazista[15].

  1. ^ Disnas su Buchenwald
  2. ^ Buchenwald: History & Overview
  3. ^ Significato di "Buchenwald" nel libro <meta />Essere senza destino, di Imre Kertész, Feltrinelli, Milano 1999, 2004, ISBN 88-07-81776-4.
  4. ^ Scheda Archiviato l'11 novembre 2014 in Internet Archive. ANED su Buchenwald.
  5. ^ L'albero di Goethe, di Helga Schneider Salani Editore, Milano 2012, ISBN 978-88-6256-828-9.
  6. ^ Buchenwald nella scheda di Yad Vashem.
  7. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Yad
  8. ^ Altre fonti stimano il numero in 230 000, come la stima dei prigionieri fatta dall'ANPI e in 250 000 quella fatta dall' ANED di Torino e Archiviato il 31 ottobre 2014 in Internet Archive. ANED di Pordenone.
  9. ^ Buchenwald Concentration Camp and the Rescue of Jews di Archiviato il 16 aprile 2013 in Internet Archive. Yad Vashem.
  10. ^ Numero di vittime a Buchenwald, secondo Yad Vashem, nella scheda del campo.
  11. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore :0
  12. ^ Il numero dei «morti accertati e registrati»
  13. ^ «Come sempre queste cifre [56 554] sono inesatte, dato che anche in questo lager avvennero esecuzioni sommarie delle quali non è rimasta alcuna traccia» - Scheda ANPI su Buchenwald.
  14. ^ Chronik des Konzentrationslagers Buchenwald, 6 Februar 2008, Stiftung Gedenkstätten Buchenwald und Mittelbau-Dora Archiviato l'8 settembre 2012 in Internet Archive.
  15. ^ http://www.buchenwald.de/1132

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