Capra ibex

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Stambecco delle Alpi

Maschio

Femmina
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineArtiodactyla
InfraordinePecora
FamigliaBovidae
SottofamigliaCaprinae
GenereCapra
SpecieC. ibex
Nomenclatura binomiale
Capra ibex
Linnaeus, 1758
Areale
Areale dello stambecco delle Alpi

Lo stambecco delle Alpi (Capra ibex L. 1758), anche noto come stambecco alpino o semplicemente stambecco, è una specie di capra selvatica diffusa sulle montagne dell'Arco alpino.[2] È una specie sessualmente dimorfica: i maschi sono più grandi e presentano corna più lunghe e ricurve rispetto alle femmine. Il colore del suo mantello è tipicamente grigio brunastro. Gli stambecchi alpini tendono a vivere su terreni ripidi e accidentati vicino al limite delle nevicate. Sono animali socievoli, sebbene maschi e femmine adulti rimangono separati per la maggior parte dell'anno, riunendosi solo per accoppiarsi, raggruppandosi in quattro gruppi distinti; gruppi di maschi adulti, gruppi di femmine con cuccioli, gruppi di giovani e gruppi di sesso misto.

Durante la stagione riproduttiva, i maschi combattono tra di loro per l'accesso alle femmine e usano le loro lunghe corna in comportamenti agonistici. Dopo essere stato estirpato dalla maggior parte delle aree alpine nel XIX secolo, lo stambecco delle Alpi è stato reintrodotto con successo in alcune parti del suo areale storico. Tutti gli individui viventi oggi discendono dal ceppo del Parco nazionale del Gran Paradiso, in Valle d'Aosta e in Piemonte, Italia, un parco nazionale creato appositamente per aiutare lo stambecco alpino a riprendersi e prosperare. Lo stambecco è l'emblema sia del Parco nazionale del Gran Paradiso, sia del contiguo Parco nazionale della Vanoise oltre il confine francese. La specie è attualmente elencata come a rischio minimo dalla IUCN, sebbene la popolazione totale di questa specie abbia subito un drastico collo di bottiglia, arrivando a meno di 100 individui durante il XIX secolo. Ciò ha portato a una diversità genetica molto bassa tra le varie popolazioni.

  1. ^ Toïgo, C., Brambilla, A., Grignolio, S. e Pedrotti, L., Capra ibex, 2020, pp. e.T42397A161916377, DOI:10.2305/IUCN.UK.2020-2.RLTS.T42397A161916377.en. URL consultato il 19 novembre 2021.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Capra ibex, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

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