I Carmati (in arabo قرامطة?, Qarāmiṭa, ossia "Quelli che scrivono in lettere minuscole"[1], ma più probabilmente "i seguaci di [Hamdan] Qarmat") sono stati un gruppo ismailita millenarista stanziato nell'Arabia orientale (al-Bahrein) in cui nell'899 costituirono una repubblica utopica.
Divennero particolarmente famosi nel mondo islamico per aver tuttavia trucidato pellegrini musulmani alla Mecca, insozzato la fonte di Zemzem e depredato la Pietra Nera della Kaʿba meccana (allora sotto sovranità abbaside), tenendola in custodia per quasi un quarantennio, prima di restituirla alla devozione dei musulmani sunniti e sciiti in cambio di un congruo riscatto.
I Carmati furono anche chiamati "i Fruttivendoli" (al-Baqliyya) per le loro abitudini alimentari strettamente vegetariane.[2]