La ceramica calcidese è un gruppo della ceramica greca, originariamente così denominato per la presenza su alcuni vasi di iscrizioni in alfabeto euboico, nelle quali prevalgono gli elementi calcidesi su quelli eretriesi. La produzione è a figure nere con dettagli incisi e vivaci ritocchi aggiunti in rosso e bianco, di stile eclettico; fortemente atticizzante, ma con influssi corinzi, ionici (in particolare focei) e con qualche elemento "italico", soprattutto per alcune forme vascolari minori. Non mancano occasionali riferimenti alla ceramica laconica, soprattutto per la forma del cratere con anse a staffa, che i "calcidesi" copiarono e rielaborarono, pur avendo inizialmente mutuato la forma globulare del cratere a colonnette corinzio. La localizzazione di questa classe è discussa ma prevale la tendenza a considerarla prodotto occidentale, in particolare della colonia calcidese di Rhegion in Magna Grecia, l'odierna Reggio Calabria (stato della questione e recenti sviluppi negli scritti di Mario Iozzo). Di fondamentale importanza il recente riconoscimento (M. Iozzo, 1994) che nell'alfabeto dei vasi "calcidesi" siano presenti elementi che sono esclusivi della versione occidentale, ovvero delle colonie calcidesi in Italia Meridionale, e non delle città della madrepatria, e che nel repertorio delle forme vascolari siano presenti vasi di tradizione prettamente italica e non greca (ibidem).