Chen Shui-bian

Chen Shui-bian
Foto ufficiale del presidente Chen Shui-bian

Presidente della Repubblica di Cina
Durata mandato20 maggio 2000 –
20 maggio 2008
Capo del governoTang Fei
Chang Chun-hsiung
Yu Shyi-kun
Frank Hsieh
Su Tseng-chang
Chang Chun-hsiung
PredecessoreLee Teng-hui
SuccessoreMa Ying-jeou

Presidente del Partito Progressista Democratico
Durata mandato15 ottobre 2007 –
12 gennaio 2008
PredecessoreChai Trong-rong (facente funzioni)
SuccessoreFrank Hsieh (facente funzioni)

Durata mandato21 luglio 2002 –
11 dicembre 2004
PredecessoreFrank Hsieh
SuccessoreKer Chien-ming

Sindaco di Taipei
Durata mandato25 dicembre 1994 –
25 dicembre 1998
PredecessoreHuang Ta-chou
SuccessoreMa Ying-jeou

Membro dello Yuan legislativo
Durata mandato1º febbraio 1990 –
25 dicembre 1994
CollegioTaipei

Dati generali
Partito politicoPartito Progressista Democratico (1987-2008, dal 2013)
Indipendente (1979-1987, 2008-2013)
Kuomintang (anni '70)
UniversitàUniversità Nazionale di Taiwan
ProfessioneAvvocato, scrittore

Chen Shui-bian (陳水扁, Chén Shuǐbiǎn; Distretto di Guantian, 12 ottobre 1950) è un politico taiwanese. È stato presidente della Repubblica di Cina dal 20 maggio 2000 fino al marzo 2008 (ufficialmente maggio 2008). Appartenente al Partito Progressista Democratico (DPP), che ha da sempre lottato per l'indipendenza di Taiwan dalla Cina, Chen Shuibian (陳水扁) ha ereditato questa tradizione, mantenendosi inflessibile sull'indipendentismo taiwanese, il che non gli ha impedito tuttavia di manifestare posizioni molto più concilianti su moltissime altre questioni politiche sia interne che estere.

Dopo aver vinto di stretta misura il secondo mandato per le elezioni presidenziali del 2004, la sua seconda presidenza è stata oscurata da alcuni scandali. Il 3 novembre 2006 sua moglie e tre altri funzionari di rilievo dell'ufficio presidenziale sono stati accusati di appropriazione indebita di 460.000 dollari da fondi governativi.[1] L'11 settembre 2009 un tribunale di Taipei ha riconosciuto Chen Shui-bian colpevole del reato di corruzione e appropriazione indebita condannandolo alla pena dell'ergastolo, poi ridotta a 19 anni di carcere.


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