Cilicio

Jávea, Museo Arqueológico y Etnográfico Soler Blasco: cilicio in ferro, seconda metà del XIX secolo

Il cilicio anticamente era un tessuto di peli di capra o di cammello, in uso anche fra i soldati dell'esercito romano. Nel mondo greco-romano tali stoffe, utilizzate per tende, vele, sacchi, vesti grossolane, ecc., presero il nome di "cilici", termine che proviene dal greco κιλίκιον (kilíkion), ovvero della regione della Cilicia[1], l'odierno Sud della Turchia, in quanto i Cilici ne ebbero quasi il monopolio (Plinio, VI, 143). A scopo ascetico questa stoffa veniva indossata a immediato contatto con la nuda pelle, come viene frequentemente attestato nella Bibbia, nella quale la traduzione abituale di cilicio è "sacco", in quanto in ebraico cilicio si dice saq.[2]

Dopo la venuta di Cristo, l'uso del cilicio si estende rapidamente anche fra i cristiani.

Indica, per estensione, una cinghia uncinata o formata da una corda ruvida costellata di nodi, che viene stretta attorno alla vita o alla coscia in modo da provocare un dolore non estremo ma costante.

  1. ^ Gian Guido Vecchi, I cattolici e il «ritorno» del cilicio, su corriere.it, Corriere della Sera, 8 marzo 2007. URL consultato l'11 dicembre 2007.
  2. ^ Enciclopedia Treccani, voce cilicio.

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