Cluster (musica)

Esempio di cluster sul pianoforte. I cluster nel rigo superiore, Do♯ Re♯ Fa♯ Sol♯, sono suonati da quattro tasti neri adiacenti. Le ultime due battute, suonate con le mani sovrapposte, formano un ammasso più denso.

Un cluster di note, o più spesso semplicemente cluster, è un accordo musicale che comprende almeno tre note adiacenti in una scala. I cluster prototipici sono basati sulla scala cromatica e sono separati da semitoni. Ad esempio, tre tasti adiacenti di un pianoforte (come Do, Do♯ e Re) premuti simultaneamente producono un cluster. Varianti del cluster includono accordi comprendenti note adiacenti separate diatonicamente, pentatonicamente o microtonalmente. Nel pianoforte, tali cluster spesso implicano la pressione simultanea di tasti bianchi o neri vicini.

I primi anni del XX secolo videro i cluster di note elevati a ruoli centrali nelle opere pionieristiche degli artisti ragtime Jelly Roll Morton e Scott Joplin. Negli anni 1910, due compositori e pianisti avanguardisti, Leo Ornstein e Henry Cowell, furono riconosciuti come i primi importanti esploratori della tecnica. Durante lo stesso periodo, Charles Ives li impiegò in diverse composizioni che non furono eseguite pubblicamente fino alla fine degli anni '20 o '30. Compositori come Béla Bartók e, in seguito, Lou Harrison e Karlheinz Stockhausen divennero i fautori dei cluster, che sono presenti nel lavoro di molti compositori del XX e del XXI secolo. I cluster svolgono un ruolo significativo anche nel lavoro di musicisti "Free jazz" come Cecil Taylor e Matthew Shipp.

Nella maggior parte della musica occidentale, i cluster tendono ad essere percepiti come dissonanti. Possono essere eseguiti in quasi tutti i singoli strumenti su cui sia possibile suonare tre o più note contemporaneamente, così come dalla maggior parte dei gruppi di strumenti o voci. Gli strumenti a tastiera sono particolarmente adatti all'esecuzione di cluster perché è relativamente facile suonare più note contemporaneamente su di essi.


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