Cobalamina | |
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Nome IUPAC | |
α-(5,6-dimetilbenzimidazolil)cobamidcianuro | |
Nomi alternativi | |
Vitamina B12 | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C63H88CoN14O14P |
Massa molecolare (u) | 1355.38 |
Numero CAS | |
Codice ATC | B03 |
PubChem | 184933 |
DrugBank | DB00115 |
Dati farmacologici | |
Teratogenicità | Non dimostrata |
Modalità di somministrazione | Orale
Endovenosa |
Dati farmacocinetici | |
Biodisponibilità | Prontamente assorbita nella metà distale dell'ileo |
Legame proteico | Molto elevato a specifiche transcobalamine del plasma
Il legame della idrossicobalamina è leggermente superiore a quello della cianocobalamina |
Metabolismo | Epatico |
Emivita | Approssimativamente 6 giorni (400 giorni nel fegato) |
Escrezione | Renale |
Indicazioni di sicurezza | |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
La vitamina B12, o cobalamina, è una sostanza di colore rosso, cristallina, igroscopica, fotosensibile e altamente solubile in acqua. Venne isolata e caratterizzata a seguito di una serie di ricerche in merito all'anemia perniciosa. Nel 1926 si scoprì che nel fegato vi è un fattore capace di curare tale patologia ed esso venne isolato e cristallizzato nel 1948. La struttura della vitamina B12 venne chiarita nel 1955 con la struttura cristallografica determinata dalla dottoressa ricercatrice Dorothy Crowfoot, per la quale ricevette il Premio Nobel nel 1964. [2]