Colite pseudomembranosa

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Colite pseudomembranosa
Colite pseudomembranosa dove sono ben visibili le pseudomembrane
Specialitàinfettivologia
EziologiaClostridium difficile
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10A04.704.7.
MeSHD004761
MedlinePlus000259
eMedicine226645 e 186458

La colite o enterocolite pseudomembranosa (in sigla CPM) è una condizione infiammatoria del colon caratterizzata da placche bianco-gialle in rilievo che si uniscono per formare pseudomembrane sulla mucosa. I pazienti con questa condizione presentano comunemente dolore addominale, diarrea, febbre e leucocitosi.

Descritta per la prima volta nel 1893[1], è spesso causata dalle tossine prodotte dal Clostridioides difficile, chiamato in passato Clostridium difficile, uno dei batteri che fa normalmente parte del microbiota umano. Alcuni ceppi del batterio producono varie tossine, di cui le principali sono la tossina A e la B, che inducono l'apoptosi delle cellule dell'ospite inducendo la produzione di citochine. Generalmente vengono colpiti soggetti sottoposti a una terapia antibiotica ad ampio spettro, in quanto avviene un'alterazione (disbiosi) del normale microbiota umano che risulta favorevole a infezioni antibiotico resistenti. Per questo viene spesso chiamata anche colite associata ad antibiotici, complicanza della diarrea associata agli antibiotici.[2][3]

La sua associazione con i trattamenti antibiotici è stata individuata molti anni prima[4][5] che fosse scoperta la patogenicità del Clostridioides difficile.[6][7] Raramente questa condizione può insorgere come complicanza di una patologia cronica debilitante o dopo un intervento chirurgico. Prima dell'uso di antibiotici ad ampio spettro, la CPM era più frequentemente correlata a malattia ischemica, ostruzione, sepsi, uremia e avvelenamento da metalli pesanti. L'elenco delle eziologie associate è vasto, sebbene l'infezione da Clostridioides difficile sia comunque la causa più comune.[8]

Altre cause della colite pseudomembranosa, meno comuni dell'infezione da Clostridioides difficile, possono essere: la malattia di Behçet, la colite collagenosa, la malattia infiammatoria intestinale, la colite ischemica, altri organismi infettivi (ad esempio batteri, parassiti, virus) e alcuni farmaci e tossine. Individuare l'eziologia sottostante corretta consentirebbe di indirizzare meglio la cura del paziente e la gestione della malattia. Colpisce elettivamente il colon sinistro, discendente e retto nel 77-80% dei casi. Mentre il colon trasverso, il colon destro, discendente e cieco, sono interessati nel 5-19% dei casi.[4]

  1. ^ John G. Bartlett, Clostridium difficile: History of Its Role as an Enteric Pathogen and the Current State of Knowledge About the Organism, in Clinical Infectious Diseases, vol. 18, Supplement_4, 1º maggio 1994, pp. S265–S272, DOI:10.1093/clinids/18.supplement_4.s265. URL consultato il 1º novembre 2020.
  2. ^ S. J. M. Goulston e V. J. McGovern, Pseudo-membranous colitis, in Gut, vol. 6, n. 3, 1º giugno 1965, pp. 207-212, DOI:10.1136/gut.6.3.207. URL consultato il 1º novembre 2020.
  3. ^ Lynne Vernice McFarland, Metehan Ozen e Ener Cagri Dinleyici, Comparison of pediatric and adult antibiotic-associated diarrhea and Clostridium difficile infections, in World Journal of Gastroenterology, vol. 22, n. 11, 21 marzo 2016, pp. 3078-3104, DOI:10.3748/wjg.v22.i11.3078. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  4. ^ a b Alvin J. Cummins, Pseudomembranous enterocolitis and the pathology of nosology, in The American Journal of Digestive Diseases, vol. 6, n. 5, 1961-05, pp. 429-431, DOI:10.1007/bf02232645. URL consultato il 1º novembre 2020.
  5. ^ MICROCOCCUS PSEUDOMEMBRANOUS ENTEROCOLITIS, A COMPLICATION OF ANTIBIOTIC THERAPY, in Journal of the American Medical Association, vol. 157, n. 4, 22 gennaio 1955, p. 346, DOI:10.1001/jama.1955.02950210042015. URL consultato il 1º novembre 2020.
  6. ^ W. Lance George, EllieJ.C. Goldstein e VeraL. Sutter, ÆTIOLOGY OF ANTIMICROBIAL-AGENT-ASSOCIATED COLITIS, in The Lancet, vol. 311, n. 8068, 1978-04, pp. 802-803, DOI:10.1016/s0140-6736(78)93001-5. URL consultato il 1º novembre 2020.
  7. ^ J. G. Bartlett, N. Moon e T. W. Chang, Role of Clostridium difficile in antibiotic-associated pseudomembranous colitis, in Gastroenterology, vol. 75, n. 5, 1978-11, pp. 778-782. URL consultato il 1º novembre 2020.
  8. ^ Jack Janvier, Susan Kuhn e Deirdre Church, Not all pseudomembranous colitis is caused by Clostridium difficile, in The Canadian Journal of Infectious Diseases & Medical Microbiology, vol. 19, n. 3, 2008-5, pp. 256-257. URL consultato il 1º novembre 2020.

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