Collezione Farnese

Particolare di palazzo Farnese a Roma: al centro lo stemma papale di Paolo III, a sinistra quello del cardinale Ranuccio, a destra quello del duca Ottavio.
Ritratto di Paolo III, Tiziano Vecellio
Ritratto del cardinale Alessandro Farnese, Tiziano Vecellio

La collezione Farnese è stata una collezione di opere d'arte, una delle più importanti d'Italia e d'Europa, che si sviluppò a Roma dagli anni a ridosso della metà del Cinquecento per poi diramarsi successivamente anche tra Parma e Piacenza. Fu frutto del mecenatismo e collezionismo durato circa due secoli, fino al primo quarto del XVIII, di diversi esponenti della famiglia di origini laziali dei Farnese, su tutti i cardinali Alessandro, nipote di papa Paolo III, e Odoardo.[1]

A partire dal 1734 la raccolta pittorica che intanto fu ricollocata nel ducato emiliano venne trasferita a Napoli per volere di re Carlo di Borbone, il quale ne acquisì la titolarità in virtù del lascito della madre, Elisabetta Farnese, ultima esponente del casato. Il trasferimento della collezione nella città partenopea si completò nel 1786 con Ferdinando I delle Due Sicilie, il quale si occupò di prelevare anche la collezione archeologica e il resto delle pitture che erano ancora nel palazzo romano.

L'elenco delle opere è particolarmente vasto e spazia in ogni settore artistico, comprendendo pitture, sculture sia artistiche che archeologiche, disegni, libri, bronzi, arredi, cammei, monete, medaglie e altro ancora.[2] La collezione comprende opere di Tiziano, Annibale, Ludovico e Agostino Carracci, Pieter Brueghel il Vecchio, Correggio, Lanfranco, Parmigianino, Sebastiano del Piombo, El Greco, Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Mantegna, Raffaello e altri.

  1. ^ I Farnese. Arte e collezionismo, p. 66.
  2. ^ D. Mazzoleni, I palazzi di Napoli, Arsenale Editrice (2007) ISBN 88-7743-269-1

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