Collezione Ludovisi

Lo stemma della famiglia Ludovisi nella chiesa di Sant'Ignazio di Loyola a Roma
La villa Ludovisi in una incisione del 1670 circa (Istituto nazionale per la grafica - Gabinetto delle stampe. Roma). Sulla sinistra è il palazzo Grande, in basso a destra la fontana del Tritone, al centro in secondo piano è l'Uccelleria, in fondo a destra sbuca dal giardino il casino dell'Aurora.
Domenichino, Ritratto di papa Gregorio XV con il cardinale Ludovico Ludovisi

La collezione Ludovisi è stata una collezione d'arte nata a Roma nel terzo decennio del Seicento, durata meno di un secolo e appartenuta alla famiglia, di origini bolognesi, dei Ludovisi, la quale estintasi nella linea diretta maschile intorno al 1699, i successi e le proprietà furono prelevati dalla famiglia Boncompagni.[1]

Si tratta di una delle più importanti raccolte artistiche dell'epoca barocca, tra le più notevoli in assoluto sotto il profilo della statuaria classica assieme a quella Borghese e Giustiniani, o anche a quelle cinquecentesche dei Farnese e dei Medici. La nascita della collezione e la sua massima espansione fu dovuta all'attenzione e sensibilità verso l'arte di Ludovico Ludovisi, cardinal nipote di papa Gregorio XV nonché una delle figure più rilevanti sul panorama del mecenatismo romano del Seicento.[1]

La raccolta pittorica si disperse tra le collezioni di Francia e Spagna intorno alla seconda metà del Seicento, mentre persistette quella di antichità fino al Novecento, dove nel 1901 il corpo più rilevante della statuaria classica fu acquistato dallo Stato italiano per musealizzarlo dapprima nelle Terme di Diocleziano e poi nel palazzo Altemps di Roma, dove sono tuttora.[2]

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  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore G15

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