Colomanno d'Ungheria | |
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Colomanno d'Ungheria in una miniatura della Chronica Hungarorum | |
Re d'Ungheria | |
In carica | 29 luglio 1095 - 3 febbraio 1116 |
Incoronazione | primavera del 1096 |
Predecessore | Ladislao I |
Successore | Stefano II |
Re di Croazia | |
In carica | 1097 - 3 febbraio 1116 |
Predecessore | Petar Svačić |
Successore | Stefano II |
Nome completo | Colomanno, detto "Il Bibliofilo" |
Altri titoli | Re di Dalmazia e Slavonia |
Nascita | Albareale, 1070 circa |
Morte | Albareale, 3 febbraio 1116 |
Sepoltura | Basilica dell’Assunzione, Albareale |
Dinastia | Arpadi |
Padre | Géza I |
Madre | Sofia |
Coniugi | Felicia di Sicilia Eufemia di Kiev |
Figli | Stefano II d'Ungheria Ladislao Sofia Boris Colomanno |
Religione | Cattolicesimo |
Colomanno, conosciuto anche come Kalman e detto il Dotto[1][2] o il Bibliofilo[3][4] (in ungherese Könyves Kálmán; in croato Koloman; in slovacco Koloman Učený) (Székesfehérvár, 1070 circa – Székesfehérvár, 3 febbraio 1116), fu re d'Ungheria dal 1095 al 1116, mentre nel 1097 divenne re di Croazia e nel 1108 sovrano della Dalmazia.
Colomanno e suo fratello minore Álmos erano minorenni alla morte del padre Géza I, ragion per cui il loro zio Ladislao I salì al trono nel 1077. Ladislao istruì Colomanno, che era «mezzo cieco e gobbo» secondo le cronache ungheresi tardo medioevali, a una carriera ecclesiastica, con il risultato che il giovane fu infine nominato vescovo di Eger o di Gran Varadino (Oradea, oggi in Romania) all'inizio degli anni 1090. Il morente re Ladislao preferì Álmos a Colomanno quando nominò il suo erede all'inizio del 1095. Colomanno fuggì dall'Ungheria, ma vi fece ritorno intorno nel luglio del 1095, cioè quando suo zio morì. Fu incoronato all'inizio del 1096, malgrado le circostanze relarive alla sua ascesa al trono restano sconosciute. Concesse a titolo di compensazione la gestione del ducato, vasto un terzo del regno, ad Álmos.
Nell'anno dell'incoronazione di Colomanno, almeno cinque grandi gruppi di crociati transitarono in Ungheria per la via della Terra santa. Egli annientò i gruppi che stavano entrando nel suo regno senza autorizzazione o depredando le campagne, ma il grosso dell'esercito crociato attraversò l'Ungheria senza incidenti. Invasa la Croazia nel 1097, sconfisse il suo ultimo re attivo localmente Petar Svačić; in seguito, ricevette la corona della Croazia nel 1102. Stando ai Pacta conventa della fine del XIV secolo (la cui autenticità non è universalmente accettata dagli studiosi), venne incoronato soltanto dopo aver ratificato un trattato con i capi della nobiltà croata. Da allora in poi e per diversi secoli, i monarchi magiari preservarono il titolo di re di Croazia.
Colomanno dovette affrontare i tentativi di suo fratello volti a detronizzarlo per tutta la vita; Álmos tentò infatti di rovesciarlo in almeno cinque occasioni. Per rappresaglia, conquistò il ducato di suo fratello nel 1107 o 1108 e fece accecare il figlio di Álmos, Béla, intorno al 1114. Le cronache ungheresi, compilate durante i regni di monarchi discendenti da suo fratello mutilato e nipote, dipingono Colomanno alla stregua di un sovrano sanguinario e sfortunato. Malgrado ciò, in campo culturale è ritratto come «il più esperto nelle scienze letterarie tra tutti i re del suo tempo» dal cronista coevo Gallo Anonimo. I decreti di Colomanno, inerenti a molti ambiti (tra cui quello fiscale, commerciale e delle relazioni tra i suoi sudditi cristiani e non cristiani) rimasero in vigore in maniera invariata per più di un secolo. Fu il primo re ungherese a rinunciare al controllo della nomina dei prelati nei suoi domini.