«Nell'origine stessa dell'espressione è implicita una duplice dichiarazione: alla società dei "normali" e a quella dei "simili". La seconda coincide con l'impegno ad assumere un'identità[1].»
Coming out è un'espressione inglese usata per indicare la decisione di dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
Questa espressione deriva dalla frase inglese coming out of the closet ("uscire dal ripostiglio" o "uscire dall'armadio"), cioè "uscire allo scoperto". In italiano la traduzione letterale sarebbe "uscir fuori", ma questa forma non ha prevalso su quella inglese, a differenza di quanto accaduto con lo spagnolo salir del armario[2][3][4] e il francese sortir du placard[5][6]. Con questo significato, comunque, è utilizzato in italiano il verbo "dichiararsi" o l'espressione "uscire allo scoperto".[7]
L'espressione abbreviata comunemente usata, coming out, ha un contenuto ironico, in quanto era – e in parte è ancora – l'espressione usata per indicare il "debutto in società" di una giovane adolescente, di solito al ballo delle debuttanti.[8][9]
In Italia l'espressione coming out, che indica una decisione deliberata, è molto spesso confusa con outing, che indica invece l'esposizione dell'omosessualità di qualcuno da parte di terze persone senza il consenso della persona interessata. Tale errore concettuale è tuttavia talmente imperante da essere ormai difficilmente correggibile.[10][11]
L'opposto di una persona che ha fatto coming out (definita "dichiarata") è indicata nel gergo gay col termine "velato" o "riservato".
In Italia i mass media hanno registrato per anni coming out più o meno tardivi di cantanti, presentatori o attori oltre alla posizione contraddittoria di artisti come il regista Franco Zeffirelli, l'attore Leo Gullotta o di couturier come Valentino, Roberto Capucci e Giorgio Armani, che non hanno mai negato il loro orientamento sessuale ma non hanno voluto fare un coming out vero e proprio.