Commercio romano con l'India

Commercio romano con l'India secondo il Periplus maris erythraei, I secolo
Monete d'oro romane ritrovate a Pudukottai, Tamil Nadu, India. Una moneta raffigurante Caligola (37-41 d.C.) e due raffiguranti Nerone (54-68). British Museum.
Anello kusano con ritratti di Settimio Severo e Giulia Domna.

Il commercio romano con l'India (si veda anche rotta delle spezie e la via dell'incenso) iniziò all'incirca sul finire del I secolo a.C., in seguito alla fine della dinastia tolemaica e all'inclusione dell'Egitto nell'Impero romano operata da Augusto.[1] L'uso dei monsoni ai fini della navigazione, che permetteva un viaggio più sicuro di quello lungo e pericoloso seguendo le coste, favorì il commercio tra India e Roma.[2] I commercianti romani si stabilirono nell'India meridionale, fondando insediamenti commerciali che sopravvissero a lungo anche dopo la caduta dell'impero romano[3] e la perdita da parte di Roma dei porti sul Mar Rosso,[4] usati in precedenza per rendere sicure le tratte con l'India fin dai tempi della dinastia tolemaica.[5]

Questa via meridionale permise di aumentare il commercio tra l'antico Impero romano e il subcontinente indiano a tal punto che politici e storici romani documentarono il proprio disappunto per la perdita di oro e argento usati per acquistare seta e viziare le mogli romane e così la nuova via andò eclissando quella terrestre fino a soppiantarla completamente[2].

Come testimonia Strabone, l'imperatore romano Augusto ricevette ad Antiochia un ambasciatore di un re dell'India meridionale chiamato Pandyan da Dramira. La regione del Pendyas, Pandi Mandala, era descritta come Pandyan Mediterranea nel Periplo e Modura Regia Pandyan di Tolomeo[6]. Sopravvissero anche alla perdita dei porti in Egitto e nel Mar Rosso[4] (c. 639-645 d.C.) da parte dei bizantini causate dalla pressione dell'espansione islamica. Qualche tempo dopo la cessazione delle comunicazioni tra il regno cristiano di Axum e l'Impero romano d'Oriente nel VII secolo, il Regno di Axum cadde lentamente in rovina, fino a svanire nell'oblio, secondo quanto riportato nelle fonti occidentali. Sopravvisse, nonostante la pressione delle forze islamiche, fino all'XI secolo quando venne riconfigurato durante un conflitto dinastico. Le comunicazioni ripresero dopo la ritirata delle forze musulmane.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Shaw1
  2. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Young1
  3. ^ Curtin 1984: 100
  4. ^ a b Holl 2003: 9
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Lindsay1
  6. ^ The cyclopædia of India and of Eastern and Southern Asia

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