Commissione di Stato straordinaria

Agenti della Commissione di Stato straordinaria cercano prove dei crimini dei tedeschi nazisti al campo di concentramento di Leopoli, 1944.

La Commissione di Stato straordinaria (in russo государственным предприятиям и учреждениям СССР, ЧГК?, gosudarstvennym predprijatijam i učreždenijam SSSR, ČGK) è stata un'agenzia governativa dell'Unione Sovietica istituita il 2 novembre 1942 dal Consiglio dei commissari del popolo, tramite un decreto del Presidium del Soviet Supremo. La commissione aveva il compito di indagare sui crimini commessi contro l'URSS durante la seconda guerra mondiale e di raccogliere la documentazione che avrebbe potuto confermare le perdite causate dalla Germania nazista. Alcuni dei rapporti preparati dalla commissione esagerarono i crimini nazisti per scopi di propaganda,[1] e sono oggi considerati erronei o completamente inventati.[2][3]

La ČGK aveva il compito di stimare il risarcimento che la Germania avrebbe dovuto dare all'URSS per i danni inflitti durante la guerra.[4] Questo ruolo specifico dell'agenzia viene spesso riferito dagli storici come il lavoro della "Commissione trofeo" che guidò le proprie brigate dietro le linee del fronte.[4] Il saccheggio di materiali artistici fu diretto da Igor Grabar' dell'Ufficio degli esperti.[5] La commissione divenne strumentale nella rimozione di edifici industriali, materiali e oggetti di valore da tutti i territori occupati dai sovietici durante l'operazione Vistola-Oder dell'Armata Rossa, inclusa l'Ungheria, la Romania, la Finlandia, la Polonia (nei suoi confini pre-bellici)[6] e in seguito la Zona di occupazione sovietica della Germania.[4][5] Il Comitato delle arti della Commissione, diretto da Andrej Konstantinov, fu incaricato di registrare i trofei artistici e di distribuirli nell'URSS a partire da giugno del 1945. Tra le opere trafugate vi furono quelle rubate dalla Germania nazista alla Lettonia e l'Italia.[7]

  1. ^ Edward Kopówka e Paweł Rytel-Andrianik, Dam im imię na wieki (PDF), Drohiczyńskie Towarzystwo Naukowe, pp. 113-114, ISBN 978-83-7257-497-8. URL consultato il 18 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
  2. ^ (EN) Benjamin B. Fischer, The Katyn Controversy: Stalin's Killing Field, in Studies in Intelligence, inverno 1999–2000. URL consultato il 18 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2010).
  3. ^ Anna M. Cienciala e Wojciech Materski, Katyn: A crime without punishment, Yale University Press, 2007, pp. 226–229, ISBN 978-0-300-10851-4.
  4. ^ a b c (EN) Konstantin Akinsha e Grigorij Kozlov, Top Ten ARTnews Stories: Tracking the Trophy Brigade, su ARTnews, 1º novembre 2007.
  5. ^ a b Erik Nemeth, Cultural Security: Evaluating the Power of Culture in International Affairs, World Scientific, 2014, pp. 52 e 92, ISBN 1783265507.
  6. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Ingo
  7. ^ Konstantin Akinša, Grigorij Kozlov e Sylvia Hochfield, Beautiful Loot: The Soviet Plunder of Europe's Art Treasures, Random House, 1995, pp. 45, 163 e 264, ISBN 0679443894.

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