Compassione (filosofia)

La compassione (dal latino cum patior - soffro con - e dal greco συμπἀθεια , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con..) è un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui desiderando di alleviarla.[1]

Il concetto di compassione richiama quello di empatia dal greco "εμπαθεια" (empateia, composta da en-, "dentro", e pathos, "affezione o sentimento")[2], che veniva usata per indicare il rapporto emozionale di partecipazione soggettiva che legava lo spettatore del teatro greco antico all'attore recitante ed anche l'immedesimazione che esso aveva con il personaggio che interpretava. Una tecnica di recitazione questa comune anche alla commedia dell'arte.[3]

Nelle scienze umane, il termine empatia è passato a designare un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine istintiva affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.[4]

  1. ^ Luigi Volpicelli, Lessico delle scienze dell'educazione, ed. Vallardi 1978, p.191
  2. ^ empatia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 4 gennaio 2023.
  3. ^ Gabriele Perretta, Nel tempo dell'adesso, Mimesis Edizioni, 2002. p.216
  4. ^ Antonio Bellingreri Per una pedagogia dell'empatia,Vita e Pensiero, 2005

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