Conflitto etnico

"Чеченская молитва" (predicatore ceceno) di Mikhail Evstafiev, opera fotografica che rappresenta un uomo ceceno intento a pregare nel corso della battaglia di Grozny nel 1995.
Un campo profughi per sfollati di etnia Tutsi in Zaire dopo il Genocidio del Ruanda del 1994

Un conflitto etnico è un conflitto tra due o più gruppi etnici contendenti. Se le fonti del conflitto possono essere di natura politica, sociale, economica o religiosa, gli individui coinvolti nel conflitto devono espressamente combattere per la posizione del proprio gruppo etnico. Questo criterio ultimo differenzia i conflitti etnici da altre forme di conflitto.[1][2]

Un conflitto etnico non necessariamente deve essere violento. In una società multietnica dove la libertà di parola viene tutelata, un conflitto etnico può essere affrontato quotidianamente con metodi democratici. Ad esempio i conflitti etnici possono talvolta essere risolti con metodi non violenti perché si possa trovare un accordo tra i gruppi coinvolti.[3] Ad ogni modo, l'oggetto della contesa deve essere, direttamente o simbolicamente, collegato ad un gruppo etnico preciso. Nelle ricche democrazie multietniche, questi conflitti sono spesso istituzionalizzati e "canalizzati nei parlamenti, nelle assemblee e nella burocrazia attraverso dimostrazioni e scioperi non-violenti."[4] Se i paesi democratici non riescono spesso ad evitare che un conflitto etnico sfoci in episodi violenti, i conflitti etnici istituzionalizzati assicurano che i vari gruppi etnici possano articolare le loro proposte e richieste in maniera pacifica, il che riduce sensibilmente l'uso della violenza. Sull'altro fronte, nei sistemi autoritari, le minoranze etniche sono spesso incapaci di esprimere il loro punto di vista al punto da poter poi esplodere violentemente dopo anni di repressione.[4] La pace etnica viene quindi caratterizzata dall'assenza di violenza, ma non dall'assenza di un conflitto. Un'altra conseguenza è che la violenza delle ribellioni etniche spesso riesce a portare al riconoscimento dei diritti politici di gruppi precedentemente marginalizzati.[5]

Le spiegazioni accademiche di un conflitto etnico spesso hanno tre scuole di pensiero: il primordialismo, lo strumentalismo ed il socio-costruttivismo. Recentemente diversi sociologi hanno proposto possibili spiegazioni e soluzioni al tema dei conflitti etnici nel mondo. Il dibattito intellettuale si è focalizzato in particolare al fatto che i conflitti etnici siano aumentati particolarmente dopo la fine della guerra fredda, col crescere del consociativismo e del federalismo.

  1. ^ Ashutosh Varshney, Ethnic Conflict and Civic Life : Hindus and Muslims in India, New Haven, Yale University Press, 2002.
  2. ^ Stuart J. Kaufman, Modern Hatreds: The Symbolic politics of ethnic war, Ithaca, Cornell University. Press, 2001, pp. 17.
  3. ^ Susan Olzak, Dynamics of Ethnic Competition and Conflict, Stanford, Stanford University Press, 1992.
  4. ^ a b Ashutosh Varshney, Ethnicity and Ethnic Conflict (PDF), su ashutoshvarshney.net, Oxford handbook of comparative politics, 2007 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2018).
  5. ^ (EN) Carlo Koos, Does violence pay? The effect of ethnic rebellion on overcoming political deprivation [collegamento interrotto], in Conflict Management and Peace Science, vol. 33, n. 1, 1º febbraio 2016, pp. 3–24, DOI:10.1177/0738894214559670, ISSN 0738-8942 (WC · ACNP).

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