Conquista omayyade del Maghreb parte dell'espansione islamica e delle guerre arabo-bizantine | |
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Data | 647 - 709 |
Luogo | Maghreb |
Esito | vittoria musulmana |
Modifiche territoriali | Maghreb annesso al califfato arabo-islamico |
Schieramenti | |
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La conquista omayyade del Maghreb continuò il secolo della rapida espansione araba e musulmana che seguì la morte di Maometto avvenuta nel 632. Nel 640 gli Arabi controllavano la Mesopotamia, avevano invaso l'Armenia, e avevano appena concluso la conquista militare della Siria bizantina, che faceva parte dello stato romano da più di sette secoli. Damasco era la capitale del califfato, e alla fine del 641 tutto l'Egitto era in mano araba. Nel 642, con l'annichilimento di ciò che restava dell'esercito persiano sasanide nella Battaglia di Nihawānd (Nehawand), la conquista della Persia sasanide era essenzialmente conclusa.
Fu a questo punto che gli Arabi decisero di inviare spedizioni militari nelle regioni occidentali del Nordafrica, che erano in mano bizantina, attaccando l'esarcato d'Africa. La prima spedizione partì dall'Egitto, e la guerra che ne seguì durò per anni, terminando con un'ulteriore espansione del dominio dell'Islam. Nel 644, a Damasco Uthman ibn Affan succedeva ad Omar ibn al-Khattab. Durante i dodici anni del suo regno Armenia, Cipro, e l'intero Iran sarebbero diventati province del nascente impero islamico; Afghanistan e Nord Africa avrebbero subito ripetute invasioni; infine, le scorrerie marinaresche avrebbero interessato il Mediterraneo da Rodi alla penisola iberica, oltre a sconfiggere la flotta bizantina nella sua parte più orientale.