Corsari anconetani

I secoli XVII e XVIII rappresentano, sia per la Storia che per l'immaginario collettivo, l'epoca d'oro della pirateria, praticata da avventurieri e uomini di mare senza scrupoli dalle Antille ai mari della Cina, la cui epopea è stata riccamente celebrata, frammista di leggenda e fantasia, da romanzieri e registi cinematografici. Anche lungo le coste del Mediterraneo imperversarono, per secoli, i pirati barbareschi - provenienti dal nord Africa - fino ai primi decenni del XIX secolo.

Nel linguaggio popolare, col termine "pirata" si identifica il bucaniere, il filibustiere ed, erroneamente, anche il corsaro. I termini non sono invece equivalenti:

«[Il corsaro è un] capitano di bastimento privato che, in tempo di guerra, per patente lettera sovrana, scorre il mare a suo rischio contro navi, merci e persone del nemico. ...Termine del diritto privato che distingue il corsaro dal pirata... Altresì il bastimento, l'equipaggio, e l'armatore che, in tempo di guerra, forniti di patente governativa, si mettono contro i nemici, ne guastano il commercio, molestano i rivaggi, e costringono le armate a diversioni, a convogli, a penuria.»


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