Crimini di guerra nazisti in Italia

I crimini di guerra commessi in Italia furono opera dei nazisti e dei loro alleati fascisti, appartenenti a due delle tre potenze dell'Asse durante la seconda guerra mondiale.

Una ricerca finanziata dal governo tedesco e pubblicata nel 2016 rileva che il numero delle vittime dei crimini di guerra nazisti in Italia ammonta a 22.000 persone, il doppio della cifra stimata in precedenza. La maggior parte delle vittime furono civili italiani, a volte vittime delle rappresaglie contro i partigiani, e gli ebrei italiani.[1] Questa cifra non include gli internati militari italiani: circa 40.000 di loro morirono durante la prigionia tedesca.[2] Questa stima esclude i circa 30.000 partigiani italiani uccisi durante la guerra. Secondo Charles O'Reilly,[3] Kesselring stimò le perdite tedesche contro i partigiani italiani solo nell'estate del 1944 in 5.000 morti con circa 7.000-8.000 tra dispersi, prigionieri e disertori.[4]

L'uccisione dei civili italiani da parte delle unità in prima linea della Wehrmacht e delle SS fu considerato come derivante dal senso di tradimento provato dai tedeschi dopo la resa italiana oltre che dal sentimento di superiorità razziale. Tuttavia, alcuni storici sostennero che le ragioni delle atrocità e del comportamento brutale fossero più complesse, spesso derivanti dalla crisi militare causata dalle ritirate tedesche e dal timore per le imboscate.[4] Solo pochi responsabili furono processati per questi crimini di guerra e ancor meno scontarono le pene detentive a causa del rifiuto della Germania di perseguire ed estradare i criminali di guerra in Italia.[1] Anche il governo italiano, nei primi decenni del dopoguerra, fece pochi sforzi per assicurare alla giustizia i criminali di guerra tedeschi chiedendone l'estradizione: temeva infatti che tali richieste avrebbero a loro volta incoraggiato altri paesi a chiedere a loro volta l'estradizione dei cittadini italiani accusati di crimini di guerra commessi mentre l'Italia fu alleata della Germania nazista.[5]

  1. ^ a b Arvise Armellini, New Study: Number of Casualties in Nazi Massacres in Italy Nearly Double as Previously Believed, in Haaretz, 5 aprile 2016. URL consultato il 16 agosto 2018.
  2. ^ (DE) 8. September 1943: Die italienischen Militärinternierten, in Zwangsarbeit 1939–1945. URL consultato il 21 agosto 2018.
  3. ^ Charles O'Reilly, Battaglie dimenticate: la guerra di liberazione dell'Italia, 1943-1945.
  4. ^ a b Sönke Neitzel, Book Review by Sönke Neitzel in War in History: Wehrmacht und Waffen-SS im Partisanenkrieg: Italien 1943–1945, su academia.edu, Università di Colonia. URL consultato il 16 settembre 2018.
  5. ^ Klaus Wiegrefe, How Postwar Germany Let War Criminals Go Free, in Der Spiegel, 19 gennaio 2012. URL consultato il 17 agosto 2018.

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