Cristianizzazione della Polonia

Cristianizzazione della Polonia A.D. 966. di Jan Matejko

Con cristianizzazione della Polonia[1] (in polacco chrystianizacja Polski[2]) si fa riferimento all'introduzione e alla successiva diffusione del cristianesimo in Polonia.[3] L'impulso iniziale scaturì dal battesimo della Polonia (in polacco chrzest Polski), ovvero il battesimo personale di Miecislao I, primo sovrano del futuro stato polacco, e di gran parte della sua corte. La cerimonia avvenne nel sabato santo del 966, il 14 aprile, in un luogo non ancora accertato con esattezza dagli storici, ma con grande probabilità accaduto nelle città di Poznań e di Gniezno.[3] Si attribuisce alla moglie di Miecislao, Dubrawka, una discreta influenza sulla decisione di Miecislao di accettare il cristianesimo.

Sebbene ci vollero secoli per completare la diffusione del cristianesimo in Polonia, il processo si poté ritenere infine fruttuoso, considerando che, dopo molti decenni, la Polonia rientrò tra gli stati europei riconosciuti dal papato e dal Sacro Romano Impero. Secondo alcuni storici, il battesimo di Polonia segnerebbe l'inizio dello stato polacco come propriamente inteso:[4] ciononostante, la cristianizzazione si trasformò in un processo lungo e difficile, dato che la maggior parte del popolo polacco rimase fedele al vecchio credo fino alla reazione pagana durante gli anni 1030.

  1. ^ (EN) Halina Lerski, Historical Dictionary of Poland, 966–1945, ABC-CLIO, 1996, pp. 104–105, ISBN 978-0-313-03456-5.
  2. ^ (PL) Jerzy Dowiat, Chrzest Polski, Wiedza Powszechna, 1997, p. 171, ISBN 978-83-21-41055-5.
  3. ^ a b (EN) Jerzy Lukowski e Hubert Zawadzki, A Concise History of Poland, Cambridge University Press, 2006, pp. 9-10, ISBN 978-0-521-85332-3.
  4. ^ (EN) Geneviève Zubrzycki, The Crosses of Auschwitz: Nationalism and Religion in Post-Communist Poland, University of Chicago Press, 2009, p. 64, ISBN 978-0-226-99304-1.

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