Critica del giudizio

Critica del giudizio
Titolo originaleKritik der Urteilskraft
Frontespizio della prima edizione
AutoreImmanuel Kant
1ª ed. originale1790
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originaletedesco
Preceduto daCritica della ragion pratica

La Critica del giudizio (in tedesco: Kritik der Urteilskraft[1], talvolta abbreviata: KdU) è un'opera di Immanuel Kant pubblicata nel 1790, nella quale il filosofo conduce un'analisi "critica" della facoltà di giudizio di tipo "estetico". L'analisi anticipò temi e modi di sentire fatti propri, di lì a poco, non senza fraintendimenti interpretativi, dai maggiori esponenti del Romanticismo e dell'Idealismo, configurandosi quindi come ponte ideale tra le teorie estetiche del XVIII secolo (di Alexander Gottlieb Baumgarten[2], Edmund Burke[3], David Hume[4], Charles Batteux[5]), citate nell'opera stessa, e quelle successive alla filosofia kantiana.[6]

  1. ^ La traduzione più fedele sarebbe quindi Critica della facoltà del giudizio. L'espressione Critica del giudizio (dove giudizio sta per facoltà di giudizio) deriva da una scelta stilistica operata da Alfredo Gargiulo nella sua traduzione del 1906.
  2. ^

    «I tedeschi sono i soli, che si servano al presente della parola estetica per indicare ciò che gli altri chiamano critica del gusto. La ragione sta nella fallita speranza dell'eccellente analista Baumgarten, il quale credette di ridurre a princìpi razionali il giudizio critico del bello, e di elevarne le regole a scienza. Ma codesto sforzo è vano. Imperocché le dette regole e i criteri del gusto sono per le fonti, empirici, e però non possono mai servire a determinare leggi a priori, sulle quali dovrebbe appoggiarsi il nostro giudizio del bello: piuttosto questo forma la pietra di paragone della validità di quelli. È perciò ragionevole o abbandonare di nuovo questa denominazione, e mantenerla a quella dottrina che è vera scienza (con che ci si avvicinerebbe anche alla lingua e al significato degli antichi, presso i quali famosa fu la divisione della conoscenza in aisthetà kai noetà), oppure assegnare la parola sia alla filosofia speculativa sia all'estetica»

  3. ^ I. Kant, Critica del Giudizio, Torino, Utet, 1993, a cura di A. Bosi, "Nota generale sull'esposizione dei giudizi estetici riflettenti"
  4. ^ Ivi, §§ 34, 50 nota
  5. ^ Ivi, § 33
  6. ^ Kant ha letto più di 1000 opere di autori precedenti, in particolare risalenti al XVII e XVIII secolo; si vedano i trenta volumi delle Kants Gesammelte Schriften, Berlin 1901 ss.

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