Cromosoma Y

Cromosoma Y
Informazioni generali
Lunghezza57.772.954 bps
SNPs50.447
Geni che codificano per proteine
Noti90
Presunti23
Pseudogeni2
Geni che codificano per RNA
rRNA6
miRNA2
snRNA14
snoRNA3
Altri RNA2
Rappresentazione grafica
Dati aggiornati su Ensembl

Il cromosoma Y è uno dei due cromosomi che nei mammiferi determinano il sesso (l'altro cromosoma sessuale è il cromosoma X). In particolare la presenza della coppia XY determina il sesso maschile, mentre la combinazione XX quello femminile. Tra le coppie di cromosomi (23 coppie nell'uomo), ci si riferisce a X Y come eterosomi, per distinguerli dagli altri, definiti autosomi, che formano 22 coppie di cromosomi omologhi.

Nell'essere umano il cromosoma Y conta circa 65 milioni di paia di basi e rappresenta più del 2% del DNA aploide maschile. È approssimativamente lungo un terzo del cromosoma X, quindi la maggior parte dei geni presenti sull'X non ha il proprio corrispondente sul cromosoma Y. Si stima infatti che il cromosoma Y contenga 90 geni (contro i 1100-1200 del cromosoma X), molti dei quali localizzati nella regione MSY (maschio-specifica). Finora in tale regione sono state individuate 156 unità trascrizionali, tra le quali 78 codificanti e 78 non codificanti; tra le sequenze codificanti ne sono state annotate 60, appartenenti a 9 famiglie geniche (ad es. la famiglia delle globine), e 18 geni in copia singola. Il totale delle proteine prodotte è pari a 32.

Il cromosoma Y è un piccolo cromosoma acrocentrico, senza satelliti. La parte distale del braccio lungo, e quindi la maggior parte del DNA del cromosoma Y, è costituita da eterocromatina. L'eterocromatina non è codificante, quindi la sua variabilità in dimensioni da individuo a individuo non comporta evidenti effetti dannosi. Anche in altri Mammiferi il cromosoma Y è quello più povero di geni.

Venne denominato Y poiché durante la meiosi i due bracci piccoli (p) apparivano come un unico braccio, assumendo appunto la forma di una Y.[1]

  1. ^ (EN) JOSEPH KEIERLEBER, How Chromosomes X and Y Got Their Names, 1891, su the-scientist.com, 1º marzo 2019.

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