La cultura di Bijelo Brdo[1][2] o cultura di Bjelo-Brdo[3] è una cultura archeologica medievale che si sviluppò nei secoli X e XI in Europa centrale. Rappresenta una sintesi della cultura introdotta nel bacino dei Carpazi dai conquistatori Ungari attorno al 900 e delle culture preesistenti nel territorio (attuali Croazia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovacchia) prima della conquista ungara.[4] Gli accessori femminili, tra i quali "gioielli di filo intrecciato, pendenti laminati in due pezzi, braccialetti col motivo della testa di serpente" (P. M. Barford),[4] sono i reperti più caratteristici della cultura.[3] La cultura scomparve attorno al 1100, per un motivo molto probabilmente collegato alle leggi adottate sotto i re Ladislao I e Colomanno d'Ungheria che prescrivevano la sepoltura dei defunti in cimiteri posti vicino alle chiese.[3]
Inizialmente si pensò che le necropoli più povere in Ungheria fossero slave e che solo le ricche sepolture di guerrieri a cavallo fossero di Ungari. Quest'interpretazione fu messa in questione negli anni Quaranta ed è ora rifiutata dagli studiosi ungheresi come Béla Szőke, che attribuiscono le sepolture più povere a plebei di etnia magiara.[5]
La cultura prende il nome da un sito archeologico, un cimitero medievale scoperto vicino al villaggio di Bijelo Brdo in Croazia, oggetto di scavi dal 1895.[6] La datazione al VII secolo del Sito 1 fu stabilita da Zdenko Vinski.[7]
Secondo l'archeologo russo Valentin Vasil'evič Sedov, il territorio della cultura di Bijelo Brdo comprendeva l'attuale Ungheria, la Slovacchia meridionale e parte della Vojvodina serba.[8]