Cupido

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Affresco di epoca romana da Pompei, oggi conservato al Museo archeologico nazionale di Napoli. Sulla sinistra la dea Suada (lat., gr. Peitho, Persuasione) accompagna Amor (Eros) da Venus (Afrodite, Venere) per farlo punire per aver scagliato su un bersaglio errato la sua freccia. Alle spalle di Venus, Anteros.
Amor e Psyche. Scultura romana su modello greco risalente al II secolo d.C. conservata all'Altes Museum di Berlino. La vicenda di Amor e Psyche è narrata nelle Metamorfosi[1] di Apuleio (II d.C.). Il dio Amor (Eros) si innamora della bellissima fanciulla Psyche e le fa visita ogni notte con il patto che ella non cerchi mai di vedere il suo volto. Psyche tradisce il patto e Amor si allontana da lei. Per riconquistare l'amato, Psyche si sottopone a durissime prove impostele da Venere (Afrodite) finché lo stesso dio Giove (Zeus), mosso a compassione, non l'aiuta facendole così conquistare l'immortalità e quindi accogliendola sull'Olimpo come sposa di Amor. Amor e Psyche rappresentano l'amore umano e quello divino, inteso come il percorso spirituale che l'anima umana (Psyche) deve intraprendere per tornare ad essere puramente "divina" dopo aver scontato i propri errori. Il tema è spesso raffigurato nei sarcofaghi come immagine della felicità nell'oltretomba.
Particolare del calco in gesso della fronte del "Sarcofago Mattei" (III secolo d.C.), conservato presso il Museo della civiltà romana (Roma). L'originale del calco è murato nello scalone principale di Palazzo Mattei in Roma. Questa fronte del sarcofago, in cui in questa immagine è in primo piano il dio Cupido, intende raffigurare una delle fabulae fondative della civiltà romana: il dio Mars (Marte) che si avvicina a Rhea Silvia (Rea Silvia) addormentata[2]. I gemelli Romulus (Romolo) e Remus (Remo) saranno il frutto della relazione tra il dio e Rhea Silvia, figlia di Numitor (Numitore), questi discendente dell'eroe troiano Aeneas (Enea) e re dei Latini.

Cupìdo (Desiderio, pl. Cupidines) o Amor (Amore, pl. Amores)[3] sono le denominazioni in lingua latina di Eros, dio dell'amore divino e del desiderio sessuale appartenente al pantheon della religione e della mitologia greca.

Da tener presente che:

«Un tale dio non ha niente a che fare con la religione romana, né per quanto riguarda un suo culto (salvo, talora, come paredro della propria madre Venere o in pratiche private): deriva piuttosto dalla poesia e dall'arte greca, e in particolare dalla rappresentazione che di esso aveva diffuso la cultura ellenistica (un fanciullo alato, spesso capriccioso, con arco e frecce).»

  1. ^ Metamorphoseon anche conosciuta come L'asino d'oro (Asinus aureus)
  2. ^ Questa versione della fabula è in Ovidio, Fasti, III, 11 e sgg.
  3. ^ I due nomi ricorrono senza apparente diversità, si ritiene che Cupìdo possa risultare più antico, mentre Amor è maggiormente presente in letteratura. I termini plurali ricorrono a indicare una molteplicità di potenze divine. Cfr. Dizionario della civiltà classica (a cura di F.Ferrari, M. Fantuzzi, M.C. Martinelli, M.S. Mirto). Milano, Rizzoli, 2001, vol.1, p. 719.

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